GROSSETO – 850.000 cittadini e poco meno di 1000 lavoratori nelle tre province di Grosseto, Siena e Arezzo sono direttamente interessati alle decisioni del Governo sull’applicazione della Tares. «Stando alle ultime notizie di stampa – sottolinea la segretaria della Fp Cgil, Monica Pagni – pare che sia stato deciso di mantenere ferma a maggio la prima scadenza per il pagamento della tariffa che finanzia raccolta e smaltimento dei rifiuti (Tarsu o Tia, a seconda delle scelte degli Enti locali), rinviando a dicembre l’introduzione della Tares. Quello che preme alla Cgil – propsegua Pagni – è che si trovi una soluzione ragionevole che tenga insieme le tre grandi questioni che la Tares deve risolvere: il finanziamento del servizio pubblico di raccolta/smaltimento dei rifiuti solidi urbani in modo da garantire i diritti dei lavoratori del settore, e parallelamente costi sostenibili per le famiglie e le imprese a cui erogano il servizio».
«Per ottenere la difficile quadratura del cerchio – aggiunge Monica Pagni – è necessario gestire in modo efficiente il ciclo integrato dei rifiuti, che deve rimanere servizio di pubblico interesse, ma bisogna anche evitare che tutto si traduca nell’ennesimo indiscriminato aumento dei costi che vengono poi scaricati sugli utenti. In particolar modo su quelli più deboli fra cittadini e imprese. Già oggi, peraltro, si verifica il paradosso dei paradossi: per assicurare la continuità del servizio le aziende, che si ritrovano a corto di liquidità in assenza delle fatture pagate dai contribuenti, sono costrette a fare ricorso agli anticipi bancari. Ma questo induce un aumento del costo dello stesso servizio di smaltimento, che a sua volta sarà inevitabilmente scaricato sulle famiglie, con un ulteriore aumento delle tariffe».
«Anci, Associazioni di categoria delle imprese private e pubbliche del settore (Fise Assoambiente e Federambiente) e Organizzazioni sindacali (FIT Cisl, FP CGIL, UIL Trasporti e FIADEL) – prosegue Cgil -, hanno sollecitato il Governo a trovare una soluzione sostenibile, avendo chiaro che in assenza d’intervento peggiorerebbe il deficit di liquidità, pregiudicando un servizio indispensabile per i cittadini e mettendo a rischio la stessa sopravvivenza delle imprese del settore, E di conseguenza gli attuali livelli occupazionali. Sono già numerosi, infatti, i segnali di crisi incombente nelle diverse realtà territoriali – conclude la segretaria della Fp Cgil – con il rischio concreto del blocco dei servizi già nelle prossime settimane. Un pericolo che va assolutamente scongiurato, per le ricadute ambientali sui cittadini e per la reputazione del Paese di fronte all’opinione pubblica europea e internazionale».