GROSSETO – Il Coordinamento dei Comitati insieme alla Lav e a Italia Nostra, interviene sulla questione abbattimenti nel Parco della Maremma e all’indicazione del Comitato Scientifico di eradicare il daino dal Parco. «Abbiamo apprezzato l’impegno nel mettere in atto metodi non cruenti di contenimento degli ungulati con la sperimentazione di una struttura metallica che, attraverso delle esche, fornirà vaccini e contraccettivi ai cinghiali e per questo, siamo interessati a conoscere l’esito di tale sperimentazione – scrivono dal coordinamento -. Inoltre abbiamo apprezzato che i contenimenti di ungulati non siano terminati il 31 Marzo, come riportato nei cartelli posti all’interno del Parco della Maremma che invitano a fare attenzione per la presenza di armi da fuoco ma, l’8 Marzo, con 23 giorni di anticipo».
«Per quanto riguarda l’indicazione del Comitato Scientifico di ridurre la popolazione del daino, sino alla totale eradicazione, chiediamo che anche in questo caso vengano adottati metodi non cruenti – proseguono dal Coordinamento -. Se il daino è il principale responsabile della riduzione numerica del capriolo non si comprende perché non introdurre nel Parco quei caprioli che in molte aree della Provincia di Grosseto sono considerati in sovrannumero e sono oggetto di caccia di selezione con migliaia di capi abbattuti ogni anno. Riteniamo che se è stato commesso l’errore di introdurre specie non autoctone come il daino, l’uomo non possa commettere un secondo errore non adottando metodi ecologici per il loro contenimento. I parchi naturali dovrebbero essere dei santuari con il divieto assoluto di uso delle armi da fuoco e non dei luoghi di caccia per pochi eletti o il luogo dove i cacciatori si riforniscono di animali vivi per le loro Aziende Faunistico Venatorie. L’aspetto etico dovrebbe essere alla base di chi opera per la conservazione della natura».