GROSSETO – Il calo del 15% sulle vendite in Toscana di agnelli, nel periodo di Pasqua, scatena reazioni differenti nella lettura del dato. Se da un lato gli allevatori e le associazioni di categoria lanciano un grido di allarme dal punto di vista economico, dall’altra le associazioni animaliste si dichiarano felici nel nome della salvaguardia degli animali. «E’ con grande soddisfazione che leggiamo le parole di Enrico Rabazzi della Cia e di Antonfrancesco Vivarelli Colonna di Confagricoltura Grosseto che lamentano il calo delle vendite di agnelli e ne attribuiscono la colpa alle associazioni animaliste – spiega Giacomo Bottinelli (nella foto), responsabile della sede territoriale Lav -. Questo conferma il successo della nostra azione di sensibilizzazione e del fatto che il pubblico comincia davvero a riflettere sull’orrore e lo sfruttamento che si nasconde dietro all’industria dell’allevamento di qualsiasi dimensione o qualità».
«Lo dimostra inoltre il costante incremento di vegetariani e vegani in Italia testimoniato da enti di statistica ufficiali. Già nel 1977 il filosofo Peter Singer descriveva la scelta vegetariana come un boicottaggio – prosegue Bottinelli -. Oggi la Lav e le associazioni più avanzate parlano di scelta vegan. Il concetto rimane lo stesso. Evitare carne e prodotti animali significa esattamente far pesare sul mercato la propria posizione etica ed indirizzarlo verso una produzione non-violenta».
«E’ strano invece che Rabazzi pensi ad ulteriori motivazioni misteriose e recondite che neppure lui conosce, in una teoria del complotto che fa sorridere – conclude Bottinelli -. Salvare animali è lo scopo di moltissime associazioni che per questo sono nate e si muovono. Scopo degli allevatori è ucciderli per trarne profitto. La differenza è tutta qui. E siamo felici che Cia e Confagricoltura attestino che le cose stanno andando nella direzione giusta».