GROSSETO – Un gatto di poco meno di un anno (nella foto) è stato colpito con una carabina ad aria compressa a Casalecci, in pieno centro abitato. Il proiettile ha quasi raggiunto la milza, ma il tempestivo intervento di chi si occupa di lui gli ha salvato la vita, anche se ancora non è fuori pericolo. Non è il primo caso del genere nella località a pochi chilometri da Grosseto.
I fatti risalgono allo scorso 23 marzo, quando alle 7 circa del mattino Bombolo (questo il nome del felino) è uscito dalla casa di Francesco Candela in via Versilia per rientrare poco dopo. Candela e la compagna hanno notato che l’animale appariva poco vivace e in breve ha cominciato anche a vomitare. Subito si sono recati all’ambulatorio veterinario delle dottoresse Luisa Magrini e Barbara Vieri che hanno scoperto la ferita sotto il pelo. La radiografia ha permesso di individuare il pallino da carabina, giunto a pochi millimetri dalla milza.
“Al momento dell’arrivo in ambulatorio abbiamo riscontrato il grosso ematoma provocato dal colpo e abbiamo individuato subito la lesione al centro. Se il pallino di piombo avesse raggiunto la milza – spiegano le veterinarie grossetane – la conseguenza sarebbe stata un’immediata emorragia fatale. Fortunatamente non è stato così e siamo riuscite ad estrarre il proiettile. Il gatto non è ancora del tutto fuori pericolo in quanto alcuni peli e materiale esterno sono penetrati in profondità e c’è rischio di un’infezione. Per questo rimane in trattamento antibiotico e sotto osservazione”.
Già in passato Francesco Candela, insieme a un vicino, aveva denunciato alla Polizia di Stato il ripetersi di spari di fucile nelle immediate vicinanze di casa sua, in seguito ai quali sparivano misteriosamente dei gatti da lui accuditi. Queste le dichiarazioni riportate sul primo verbale in merito della Questura di Grosseto, datato 23 luglio 2011: “Da circa quattro mesi a questa parte in località Casalecci, dove abitiamo, precisamente in via Versilia, si odono spesso colpi d’arma da fuoco, sicuramente di un fucile, ed in concomitanza di ciò sono spariti i nostri gatti, animali mai più ritrovati”.
Dopo quest’ultimo caso del 23 marzo scorso Candela ha deciso di rivolgersi non solo ai Carabinieri, ma anche alla LAV di Grosseto.
“La storia nel suo complesso non può che far pensare ancora una volta al coinvolgimento di un cacciatore, anche se l’ultima vittima è stata colpita con un’arma che purtroppo è considerata quasi un giocattolo”, sostiene Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto. “Ricordiamo bene il caso del cane Scooby, ucciso da una fucilata a Follonica a pochi metri dal suo orto nel settembre scorso, subito dopo l’apertura della caccia. Quando in quel contesto proponemmo un esame psichiatrico per chi impugna un fucile da caccia non si trattava di una battuta, ma di un’affermazione ben ponderata. Sono 9.500 le persone con licenza di caccia nella sola provincia di Grosseto e tutte dispongono di almeno un fucile calibro 12. Sarebbe un dovere delle istituzioni vigilare affinché questo esorbitante numero di cacciatori non comprenda tra le sue fila potenziali squilibrati come alcuni casi di cronaca lasciano supporre”.