di Daniele Reali
ALBINIA – «I nostri bambini non possono piangere tutti i giorni». È questo il grido di rabbia e di dolore che è stato lanciato dalla gente di Albinia. A quattro mesi dalla devastante alluvione che ha messo in ginocchio un intero territorio, quello che si estende vicino alle sponde dell’Albegna, il “fiume cattivo”, nei comuni di Orbetello e Manciano, la popolazione è scesa in strada per manifestare tutta la propria rabbia e la propria delusione per una situazione ancora molto precaria.
Il presidente del consiglio Mario Monti ha firmato il decreto per destinare i 110 milioni alla ricostruzione, ma la gente di Albinia, di Marsialiana e delle campagna circostanti è stanca e non ce la fa più. Non ce la fanno le famiglie, ma sono in grande difficoltà anche le imprese. Ogni giorno è una nuova emergenza economica per imprenditori e per agricoltori. Anche i bambini risentono di questo momento e chiedono a gran voce sfilando per la vie di Albinia di non essere abbandonati. L’appello della gente è per la politica e per le istituzioni.
In tanti sono arrabbiati e pronti a puntare il dito contro amministratori e parlamentari, ma i sindaci e i deputati del territorio ci sono tutti: presenti e incatenati simbolicamente ad una burocrazia e ad un’impasse a livello di governo centrale che paralizza anche loro. In prima fila a sfilare dietro il corteo rumoroso di trattori e camion, c’è la prima cittadina di Orbetello Monica Paffetti e insieme a lai il presidente della provincia Leonardo Marras, ma anche l’assessore regionale Annarita Bramerini. A rappresentare il parlamento invece Luca Sani e Monica Faenzi, ma anche Marisa Nicchi.
In testa al corteo ci sono le associazioni degli imprenditori, quelle degli agricoltori e i sindacati: uniti simbolicamente con le bandiere issate sopra la pala di un trattore. Perché ad Albinia una delle ferite più grandi è stata fatta al mondo del lavoro e adesso c’è bisogno di ripartire. «Abbiamo il diritto di sopravvivere» ha detto con la voce spezzata Anton Francesco Vivarelli Colonna, presidente di Confagricoltura che ha preso la parola in rappresentanza di tutte le associazioni. Ma la voce più urlata è quella dei cittadini di Albinia. Tra loro Giuseppe Rustici dell’Associazione VITA che vuole risposte concrete e dice che «i soldi per la ricostruzione e la messa in sicurezza devono essere trovati», non ci possono essere più scuse.
Una grande manifestazione con più di mille persone che si è conclusa con il lento corteo di trattori, auto e camion sull’Aurelia rimasta bloccata al traffico per circa un’ora. Lunga la coda di auto che ha dovuto aspettare il termine della sfilata dei manifestanti. Nessuna protesta però: anche chi si è trovato a passare ad Albina durante la protesta a “passo di lumaca” ha capito il momento e qualcuno con spirito di solidarietà si è adeguato e ha salutato la folla ai lati della strada. Nessuna tensione e un solo fuori programma: un centinaio di manifestanti ha invaso per pochi minuti le due carreggiate dell’Aurelia.
Se Albinia voleva una risposta forse oggi l’ha avuta. Difficile capire se a livello “romano” ci sia stata un’eco importante, ma l’attenzione che questa catastrofe maremmana avrebbe meritato da mesi forse oggi è stata raggiunta. A seguire la manifestazione tanti giornalisti locali, ma sopratutto i network nazionali, televisivi e radiofonici, per dare alla voce di Albinia una forza maggiore.
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