di Barbara Farnetani
GROSSETO – «No good» quando i carabinieri del Nerm di Grosseto li hanno fermati hanno capito subito che non l’avrebbero fatta franca e hanno risposto con quel poco di inglese che conoscevano. Tre bulgarsi sono stati arrstati con l’accusa di truffa e e spendita di banconote fasulle. I erano arrivati in Italia solo due giorni prima con un obiettivo: spendere i soldi falsi che avevano con loro acquistando oggetti di poco valore e ritornare a casa. Hanno attraversato il corso e visitato tre esercizi commerciali, una profumeria e due negozi di abbigliamento. Hanno acquistato oggetti per pochi euro, una trentina al massimo, pagando con banconote da 200 euro, perfette in tutto tanto da ingannare commesse esperte che le hanno toccate e guardate in controluce. Nel quarto negozio però il titolare era fornito di macchinetta. Quando i tre hanno capito che erano stati scoperti sono fuggiti. L’uomo ha dato l’allarme ai carabinieri che si sono messi subito alla ricerca dei tre starnieri.
I Bulgari sono stati rintracciati in breve tempo, a bordo della propria auto. Nascosti sotto il maglione avevano, avvolte in un foglio di giornale, altre otto banconote che, con quelle spese, fanno undici per un valore totale di 2.200 euro. Banconote perfette, tanto che solo la perizia della Banca d’Italia ha potuto appurarne la falsità. Nel posacenere dell’auto avevano nascosto i soldi frutto della truffa, 480 euro che, assieme agli oggetti “acquistati” sono stati restituiti ai legittimi proprietari. Quando i tre sono stati fermati hanno provato a raccontare una storia poco credibile, dicendo di essere veniuti in Italia con dei dollari che avevano cambiato a Bologna e qui gli sarebbero state rifilate le banconote fasulle. L’ipotesi più probabile è che una gang organizzata scelga, in patria, soggetti incensurati da inviare in Italia a spendere i soldi falsi in una sorta di tour della truffa. Una volta speso tutto il denaro i soggetti rientrano in patria consegnando quanto guadagnato. I tre sono stati arrestati e sono comparsi questa mattina davanti al giudice che li ha condannati ad una pena di 18 mesi e una multa di 400 euro, rimettendoli poi in libertà proprio perché incensurati.