di Rita Martini
GROSSETO – Attendere un Papa guardando il fumo che esce da un comignolo. Se si pensa alla imponente macchina della Chiesa cristiana cattolica universale, alla sua capillare presenza in ogni angolo del mondo, certo tutta la millenaria burocrazia vaticana si perde in quel fumo bianco o nero che nel cielo romano annuncerà l’elezione del 266esimo successore di Pietro. Fumo, niente più, fumo di schede e inchiostro.Eppure dietro a quel segno, semplicissimo, si cela il rinnovarsi di un rito che, nonostante il passare dei secoli, continua a essere vivido. Per noi maremmani poi oggi più che mai quel fumo è atteso.
Aspettiamo quel nome sperando che sia legato alla nostra terra: forse Scola, il più accreditato di tutti i cardinali italiani per la sua cultura, la sua fede, i suoi impegni nella chiesa, per la sua ‘carriera’ – lasciateci dire così – tra Venezia e Milano; o forse Comastri che qui in Maremma è nato, nel cuore delle colline del tufo, a Sorano, che è stato parroco a Porto Santo Stefano, che è stato vescovo a Massa Marittima lasciando un indelebile segno di amore. A sbirciare il popolo di face book maremmano – in verità – sono moltissimi quelli che ‘tifano’ Comastri. Oggi – o forse nei prossimi giorni – a Roma si decide il futuro della Chiesa. Staremo a vedere. La trepidazione, tra chi ha conosciuto gli Angeli maremmani, cresce di ora in ora.