di Barbara Farnetani
SCARLINO – Si sono intrufolati in un capannone nella zona artigianale della Botte, a Scarlino, hanno prima squarciato la tela del capannone con due coltelli, e una volta dentro hanno fatto incetta di ogni cosa: piccoli casalinghi, coltelli, porcellane, soprammobili, batterie da cucina, bistecchiere, elementi d’arredo. Avevano già caricato il camion di una ventina di colli quando i carabinieri del Radiomobile di Massa Marittima sono arrivati a “rompergli le uova nel paniere” e mettere fine alla ruberia in atto.
Ad avvertire i carabinieri erano stati i proprietari di altri capannoni che avevano notato un camion sospetto che aveva costeggiato la ferrovia della Solmine parcheggiando sul retro dei capannoni, ad un passo dalla rete esterna. I due sie erano poi intrufolati dentro il capannone di una ditta di import export di Roma squarciando con dei coltelli la tela pesante di cui sono costituiti. Qui i proprietari conservano il materiale da esposizione, quello che utilizzano per le mostre. I due avevano iniziato ad accaparrare di tutto, ma il colpo non è andato a buon fine. Sul luogo sono state inviate due pattuglie, una da massa e una da Follonica, che hanno fermato i due uomini, zio e nipote di 40 e 20 anni, residenti a Gavorrano, tra Filare e Bivio di Ravi, di professione giostrai e proprietari di alcuni gonfiabili. Lo zio aveva a carico già diversi precedenti tra ricettazione, furto, e porto abusivo di armi. 3 mila euro il valore della merce già caricata sul camion. Tutti oggetti già restituiti ai legittimi proprietari, mentre il camion è risultato intestato ad una terza persona estranea ai fatti.
Zio e nipote sono stati processati questa mattina per direttissima: lo zio è stato condannato a sei mesi di reclusione che dovrà scontare in carcere, mentre il nipote, è stato condannato a quattro mesi con la condizionale.