di Daniele Reali
GROSSETO – «Per riscattare la mia casa devo spendere gli stessi soldi di quando l’acquistai 30 anni fa». Sono arrabbiati e delusi i grossetani, ce ne sono circa un centinaio, che si sono trovati di fronte ad una bella stangata per riscattare il diritto di superficie delle loro case acquistate nell’ambito dell’edilizia popolare. Gli aumenti delle quote di riscatto sono nell’ordine del 300% e da cifre intorno ai 10 mila euro in molti si sono visti “trasformare” la quota fino a 30 o 40 mila euro. È proprio un grossetano che ci racconta che 30 anni fa comprò la casa per 75 milioni e oggi si trova a poterla riscattare con le quote adeguate con 34 mila euro: in pratica il valore del terreno dove è costruita avrebbe lo stesso valore della casa (nella foto i capigruppo e i consiglieri della minoranza di centrodestra: Giacomo Cerboni, Luigi Colomba, Claudio Pacella, Mario Lolini, Fabrizio Rossi).
A determinare questi aumenti la delibera comunale del settembre scorso, approvata dalla giunta per recepire le indicazioni contenute nel “Decreto Sviluppo” del luglio 2012. Una delibera fortemente contestata dall’opposizione di centrodestra già a novembre scorso quando i gruppi di minoranza portarono in consiglio una mozione per revocarla.
Il punto più criticato, anche dai cittadini interessati dai riscatti, è quello della retroattività: la delibera infatti fa scattare le nuove “super quote” non dal giorno del provvedimento, ma dal luglio del 2012 (due mesi prima, ndr) .La battaglia tra i banchi del consiglio era stata interrotta a fine novembre quando il sindaco Emilio Bonifazi chiese la sospensione della mozione del centrodestra in attesa del parere della Corte dei Conti chiamata dal comune ad esprimersi sulla delibera.
«La risposta della Corte dei Conti è arrivata a dicembre – ha spiegato Fabrizio Rossi, capogruppo di Fratelli d’Italia – e da allora nessuno ci ha informato: tra l’altro la Corte ha risposto che la domanda avanzata dal comune è inammissibile perché è stata formulata in modo sbagliato».
«A questo punto – ha aggiunto Rossi – noi torneremo in consiglio con un’altra mozione e chiederemo nuovamente la revoca dell’atto. Si tratta per noi di una scelta politica ben precisa. Altri comuni hanno dato tempo agli interessati per decidere se riscattare con i vecchi requisiti o no. A Grosseto, forse l’unico comune in Italia, si è deciso invece da un giorno all’altro e in maniera retroattiva di applicare nuovi criteri di riscatto che triplicano le quote».
La querelle dunque tornerà tra i banchi del consiglio già forse dalla prossima seduta. Intanto i grossetani si lamentano: tra questi c’è anche un cittadino che nell’81 vinse un concorso per la casa in edilizia agevolata: «ho finito di pagare il mutuo dopo 30 anni, avevo messo i soldi da parte per riscattare il diritto di superficie e da un giorno all’altro la cifra da pagare è diventata tre volte tanto: è un’ingiustizia».