di Barbara Farnetani
GROSSETO – È una città sconvolta quella che questa mattina si è scoperta razzista, anzi che ha scoperto il razzismo e il bullismo nei propri figli ben vestiti e sazi di tutto, cellulari, I-pad, computer. Quasi che una cittadina tranquilla come Grosseto non potesse vivere scene che sembrano uscite da un film americano. Dopo il video postato su you tube e pubblicato dal quotidiano Tirreno.it in cui si vede una ragazzina di colore che sulle mura viene aggredita da un gruppo di compagne con i maschi attorno che riprendono la scena, sono scattate anche le indagini della Squadra Mobile che sta visionando il filmato originale, non quello criptato dal giornale per proteggere l’identità dei giovani minorenni coinvolti. «Adesso dobbiamo capire innanzitutto quando sono avvenuti i fatti ripresi, chi sia coinvolto e soprattutto cosa sia successo di preciso» afferma il dirigente Armando Buccini. Sarà la polizia a dover capire se si sia trattato di una lite tra ragazze, anche se più violenta del solito, o se ci si trovi di fronte ad un caso di bullismo, di razzismo o delle due cose connesse.
Intanto sono tante le reazioni in città da parte di associazioni e singoli cittadini. Parla di «immagini shockanti che ci debbono far vergognare ma prima ancora indignare e reagire» Davide Buzzetti, coordinatore provinciale di Sel, che continua «una giovane ragazza di colore aggredita da un branco di ragazzine che compiono il loro gesto incitate dagli amici che fanno il tifo. Mi auguro che nessuno voglia minimizzare quello che è un atto di violenza che va chiamata col suo nome: violenza razzista. Fa ancor più orrore che siano le donne stesse ad offrire lo spettacolo, completamente e inconsciamente asservite ad un modo di concepire il mondo figlio di una deviata e storicamente fallita cultura machista.»
«La città è cresciuta molto (e in maniera abbastanza casuale) negli ultimi venti anni – prosegue Buzzetti – e sta vivendo una crisi profonda ma non è un problema di convivenza tra etnie o culture, è un problema di mancanza di identità che si sta ponendo in tutta la sua drammaticità sui più esposti a quest’ondata, i giovani e i giovanissimi.»
«Un atto di razzismo e bullismo da condannare fermamente nonostante, anzi vista sopratutto, la giovane età degli interessati – gli fa eco Maurizio Tondi, presidente Arcigay Grosseto -. È fondamentale che la città reagisca attraverso tutte le sue rappresentanze e che le istituzioni mettano in campo delle risposte serie, rapide e tangibili.»
«Si tratta di episodi che devono far riflettere – osserva la pedagogista Annarosa Pacini –, segnale di un disagio che si manifesta nel mondo giovanile, ma che ha radici nelle relazioni interpersonali di ciascuno, a partire dalla famiglia. La società multietnica è già una realtà. Per questo – prosegue la dr.ssa Pacini che da anni si occupa anche delle problematiche adolescenziali – riconoscere la diversità come valore positivo è un elemento fondamentale per l’intera società, a partire proprio dai ragazzi. È importante che gli adulti per primi riflettano su affermazioni a volte semplicistiche, a volte superficiali, che sembrano giustificare, se non appoggiare, atteggiamenti che, invece, vanno valutati con grande attenzione e mai trascurati.»
E sulla vicenda è intervenuto anche il ministro per l’Integrazione Andrea Riccardi, che afferma come quello di Grosseto si un fatto di «estrema gravità. È un caso che non può essere derubricato come una semplice ragazzata. Per questo ho dato mandato all’Unar di fare piena luce sulla vicenda».