di Barbara Farnetani
GROSSETO – L’economia insegnata a partire dai tre anni. È il progetto, ambizioso, che nasce dalla collaborazione tra Banca della Maremma e Fondazione Chelli. L’obiettivo è quello di spiegare, agli studenti delle scuole gestite dalla Fondazione, dalla scuola materna sino ai licei classico e scientifico, la finanza, partendo dal risparmio, passando per la monetica e la gestione del bilancio personale. Ma oltre agli studenti il progetto prevede il coinvolgimento anche delle famiglie, con lezioni ad hoc che saranno tenute dai dipendenti della Banca.
«Il progetto – sottolinea Gabriella Papponi Morelli – ricopre un particolare interesse perché riesce a coprire l’intero sistema scolastico, tutto l’arco formativo. L’iniziativa si rivolge ai ragazzi dai 3 ai 19 anni, ma anche ai loro genitori. A volte, infatti, sentendo parlare di economia e finanza, c’è l’imbarazzo e la difficoltà di capire di cosa si stia parlando.» «Questa iniziativa – le fa eco Giulio Borgia, Presidente della Fondazione Chelli – va a colmare un vero vuoto. Tranne forse all’università, infatti, è difficile che i cittadini abbiano occasione di imparare qualcosa di economia e finanza. Noi abbiamo previsto, nel triennio del liceo, un percorso che si chiama cultura d’impresa, per insegnare ai ragazzi a divenire imprenditori di se stessi. E questo ampliare l’insegnamento ai più piccoli mi ricorda il salvadanaio di terracotta che si usava un tempo e che potremmo rilanciare come gestione del buon risparmio. I rapporti tra mondo ed economia sono cambiati, oggi essere analfabeti sull’economia è esserlo anche su tutto il resto.» La prima a partire, il 4 di febbraio, sarà la scuola media Madonna delle Grazie, la sua preside Barbara Bernardini, ha sottolineato il valore didattico di questa iniziativa «le scuole della Fondazione sono molto attente alla formazione.» ha ricordato.
Giancarlo Ciarpi, direttore della banca della Maremma, ha poi precisato come questa sia «un’iniziativa che il nostro Consiglio di amministrazione ha voluto fortemente. Il nostro statuto prevede infatti di cercare di offrire atutti la possibilità di elevare le proprie competenze. In questo momento – prosegue Ciarpi – la finanza sta condizionando il mondo intero. Sarebbe necessario che la scuola offrisse una formazione attinente a quanto sta accadendo. C’è un proliferare di termini, spesso stranieri, che a volte sono di difficile comprensione anche per gli addetti ai lavori. Dunque quale palestra migliore, per la scuola, che evolvere le competenze dei propri studenti?»
Grosseto potrebbe dunque farsi capofila di un modello educativo assolutamente innovativo, creando, come ha specificato Papponi Morelli, una sorta di modello “da esportare” che coinvolga gli studenti dall’asilo alla maturità «in una specie di “filiera” educativa».