SCARLINO – La lista civica “Scarlino può… ancora” interviene sulla questione delle terme.
«Partiamo da un concetto fondamentale: le idee di questa amministrazione non sono mai cambiate sul tema ma è necessario parlare della situazione attuale così da evitare che si vengano a generare inutili incomprensioni dovute a scarsa consapevolezza sullo stato dei fatti. Proprio perché lo avevamo inserito nel programma elettorale abbiamo sin da subito lavorato per attuare quelli che erano i nostri obiettivi in merito».
«Non appena insediati – afferma Francesca Travison – ci siamo messi a studiare il dossier sulle terme, confrontandoci con la proprietà dell’area, ricordiamo che l’area è privata, dov’è la fonte di acqua termale, e con i suoi progettisti. Al progetto iniziale però è stato necessario fare dei cambiamenti sostanziali come richiesto dalla Regione Toscana che, forse alcuni dimenticano, ha piena voce in capitolo quando si tratta di previsioni urbanistiche. I volumi che avevamo immaginato, quindi i posti letto e l’indotto che ne poteva nascere non hanno visto l’avvallo della Regione. Dopo numerosi confronti portati avanti, anche con gli uffici regionali, abbiamo completamente rivisto la previsione urbanistica originale sia in termini di volumetrie che nella localizzazione della previsione stessa».
«Le modifiche si sono rese necessaria per riuscire a soddisfare le numerose osservazioni arrivate all’amministrazione riguardanti appunto la previsione termale e, soprattutto, per far fronte alle reali possibilità di realizzazione. Abbiamo ridotto i volumi destinati a vasche e piscine e all’attività ricettiva così da poter ottemperare, lo ribadisco, alle normative regionali: ciò inevitabilmente significa che più che una stazione termale si potrà parlare di una spa».
«Abbiamo rivisto il numero di posti letto della struttura anche per garantire ad altre attività del territorio di poter usufruire dei benefici portati dal turismo termale, incrementato i volumi per le attività estrattive e le operazioni di sfruttamento della risorsa idrica, sfruttando al massimo le sue caratteristiche chimico fisiche».
«Sono proprio le caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua della sorgente di campo di Chiara a far sì che possa essere utilizzata come presidio medico più che per un’attività termale vera e propria. Anche perché la portata di acqua non è elevata. La stesa è di circa 1 litro al secondo. Per fare un confronto, gli impianti termali presenti nelle zone limitrofe al Comune di Scarlino hanno portate medie pari a 325 l/s. Si capisce bene che le quantità in gioco sono estremamente diverse, ma questo non vuol dire che il sogno termale debba essere accantonato. Questa amministrazione ha sempre puntato con forza sulla risorsa termale senza mai cambiare idea sull’importanza di questa attività ma, anzi, facendo quanto in suo potere per garantire i giusti strumenti per renderla realtà. Inoltre, è bene ricordare che, l’amministrazione non è il promotore dell’intervento, ma potrà mettere nelle condizioni eventuali imprenditori di investire importanti risorse economiche al fine di realizzare quella che loro individueranno come principale attività e cuore del business».
«L’acqua è un bene pubblico e come tale il suo sfruttamento è soggetto ad autorizzazione conseguente all’affidamento di un bando ad evidenza pubblica. Il bando in questione potrà essere redatto non appena la previsione urbanistica diverrà attuabile. Scarlino può ancora puntare sul turismo termale ma è nostra intenzione farlo dando informazioni serie e concrete ai nostri concittadini affinché si rendano conto di quanto fatto e quanto abbiamo in previsione di fare per arrivare a concretizzare i progetti».