GROSSETO – Una vasta indagine della Procura di Firenze ha portato la Guardia di finanza a indagare anche in Maremma sulle tracce di un sodalizio dedito alla commissione di una pluralità di reati economico-finanziari con l’aggravante dell’aver favorito e rafforzato il clan camorristico dei Casalesi.
La Procura ha notificato ieri la conclusione delle indagini a 18 soggetti residenti anche in provincia di Grosseto. Un gruppo imprenditoriale contiguo al “Clan dei Casalesi”, operante prevalentemente in Toscana, attivo su tutto il territorio nazionale, dedito alla commissione di diversi delitti, quali l’impiego di denaro di provenienza illecita, l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, il trasferimento fraudolento di valori e la bancarotta fraudolenta.
Le investigazioni si sono incentrate su un imprenditore operante nel settore edile, originario di Casaluce (CE) e trapiantato a Grosseto, già condannato dalla Corte d’Appello di Napoli con sentenza definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le indagini hanno consentito di documentare che il citato imprenditore, attraverso società intestate a suoi prestanome, avrebbe reimpiegato capitali di provenienza delittuosa, pari ad almeno 300 mila euro, riferibili a un soggetto contiguo al clan dei casalesi, imputato per auto-riciclaggio e frode fiscale e già coinvolto in indagini in materia di criminalità organizzata di matrice camorristica.
Destinatari dell’avviso di conclusione di indagini sono risultate anche due società a responsabilità limitata con sede in Grosseto, per aver agevolato l’attività della citata associazione di tipo camorristico.
Nel corso delle attività, sono stati raccolti anche elementi riguardanti un’ipotesi di bancarotta contestata allo stesso ed altri imprenditori, sempre vicini al clan dei Casalesi, che avrebbero depauperato una S.r.l. con sede a Verona, cagionandone il fallimento. In particolare, avrebbero distratto fraudolentemente in favore di altre imprese agli stessi riconducibili denaro, materiali, attrezzature e contratti d’appalto, quantificabili in quasi 5.000.000 di euro.