GROSSETO – Il 71% dei turisti nel 2024 viaggerà soprattutto per rilassarsi. Questo è uno dei dati che emerge dall’incontro on line voluto da Assoturismo Confesercenti in collaborazione con Centro studi turistici e Booking.com.
Il 64% sarà però spinto anche dal desiderio di visitare luoghi nuovi e conoscere culture differenti, il 54% ci vede un’occasione per trascorrere del tempo con la famiglia. La combinazione lavoro/vacanza riguarda invece il 12% dei viaggiatori, il doppio rispetto allo scorso anno.
“Il turismo è un settore che necessita di un approccio scientifico, di studio, per comprendere le tendenze della domanda in un mercato sempre più globale – il commento del direttore provinciale di Confesercenti Andrea Biondi – per soddisfare questa necessità di approfondimento abbiamo organizzato questo appuntamento online, che ha dato la possibilità ai nostri associati di confrontarsi con i principali esperti e players del settore turistico”.
Nei prossimi cinque anni è prevista la crescita (del 4,2% a livello locale) del turismo esperienziale, che va dall’enogastronomia alla riscoperta dei territori, dal benessere alla natura agli eventi, arrivando anche al turismo spirituale. Cosa cerca chi fa questa scelta? Sicuramente l’autenticità, ma anche attività personalizzate, cultura e tradizione locale, ambiente. Insomma una vacanza di alta qualità. Un tipo di turista attento ad una cucina vera e a nuove destinazioni, interessato alla sostenibilità ambientale.
Sempre più si afferma la ricerca degli eventi: il cosiddetto “Gig trip”; viaggiare per seguire concerti, festival, spettacoli, mostre. Poi c’è il turismo del benessere, che va dalla cura della persona a uno stile di vita più sano. E infine sempre più viaggiatori, specie i più giovani, scelgono la vacanza in solitaria.
Se queste sono le previsioni per il futuro, può essere utile analizzare il 2023, anno in cui il turismo in Toscana è cresciuto sia come arrivi (+12,7%), sia come presenze (+7,3%). Il 54,9% dei turisti è venuto dall’estero, con una crescita del 15,6% rispetto al 2022 e una piccola flessione di quello interno (-1,3%). Sono cresciute le città d’arte e il turismo termale, così come le località montane e collinari. Stabile il turismo balneare. Se i pernottamenti sono aumentati del 7,4%, la spesa ha fatto registrare un +30,4%. Pertanto vi è stata una chiara leva inflazionistica ad avere influito sulla spesa media del turista.
Il 45,8% dei turisti che sono venuti in Toscana ha scelto le strutture alberghiere, il 54,2% quelle complementari.
A tal proposito Booking.com ha analizzato la situazione ricettiva in Maremma, dove sul totale delle camere il 26,2% si trova in hotel, il 15,8% in camping e resort, il 15,3% è costituito da appartamenti. Per quanto riguarda l’extralberghiero gran parte delle soluzioni è rappresentata dagli appartamenti (46,8% tra l’altro in crescita), ma ci sono anche ville (7,2%) e bed&breakfast (3,9%). In generale il settore di riferimento di Booking.com ha visto nel 2023 una crescita del fatturato (con picchi in alta stagione) mentre per i pernottamenti la crescita si è avuta soprattutto nel mese di aprile 2023. Per le notti il dato più rilevante si è avuto su Orbetello e Argentario. Dove invece la crescita è stata minore, molto è dovuto alla decrescita del mercato tedesco.
Per il 2024 due i dati positivi rilevati da Booking: «Le prenotazioni degli ultimi sei mesi registrano una durata più lunga del soggiorno, e i turisti stanno prenotando con maggiore anticipo. Nel segmento internazionale la Germania si conferma il paese più rilevante (insieme a Svizzera e Polonia), ma anche il mercato domestico si sta muovendo con largo anticipo sulla destinazione».
Facendo un passo indietro nel triennio 2020-2022 (ossia quello post crisi e pandemia) il Centro studi turistici rileva un maggior interesse per il turismo slow (cammini, trekking, tradizione, ippoturismo, turismo fluviale e balneare) a cui si aggiunge nel 2023 il turismo culturale e degli eventi. Si cerca la qualità e una vacanza “alla giusta velocità”. Se il mezzo maggiormente scelto è l’auto (o la moto), si nota il ritorno all’utilizzo dei mezzi pubblici. Per il 2024 chi prevede di non fare alcun viaggio diminuisce di due punti (9%).
La preoccupazione, finita la bolla covid, è tutta incentrata su livello dei prezzi, situazione internazionale e cambiamenti climatici. Un impatto importante potrebbe avere l’inflazione. L’aumento dei prezzi dell’energia e la diminuzione del potere d’acquisto potrebbero portare due persone su tre a cambiare abitudini di viaggio. In generale si preferisce diminuire i giorni o il numero di viaggi, piuttosto che rinunciare a comfort o qualità: due viaggiatori su tre ritengono importante un’esperienza personalizzata che tenga conto delle esigenze individuali di ciascuno. In molti (50%) sono disposti a pagare un sovrapprezzo per un viaggio sostenibile da un punto di vista ambientale.