GROSSETO – Si avvicina la prima giornata nazionale del Made in Italy, istituita il 27 dicembre dello scorso anno. Federmoda-Confcommercio celebrerà la giornata di lunedì 15 aprile con una campagna di comunicazione incentrata sulla divulgazione del vademecum ‘Compra originale. Made in Italy? Sì, grazie! Compri falso? No, perché…” che ha ottenuto il patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e l’inserimento nel calendario delle iniziative di rilievo nazionale pubblicato sul sito del Mimit.
“L’obiettivo – dichiara Federazione Moda Italia-Confcommercio – è quello di valorizzare le produzioni originali italiane nel settore del manifatturiero tessile e calzaturiero e allo stesso tempo contrastare il fenomeno della contraffazione”.
Secondo una ricerca di Kpmg Advisory i cui dati sono stati diffusi da Federmoda nazionale il brand Made in Italy è il terzo marchio più riconosciuto al mondo dopo Coca Cola e Visa. Nell’attuale scenario di ‘economia della percezione’, dove i marchi contano sempre di più, il Made in Italy rappresenta un asset con notevoli potenzialità nei processi di penetrazione commerciale delle nostre imprese: riconoscibilità, eccellenza qualitativa, estetica, capacità di acquisire, leadership globali in nicchie di mercato, flessibilità. Sempre secondo la ricerca citata la moda rientra tra le cosiddette ‘quattro A’ del Made in Italy: automazione, abbigliamento – moda, arredo e design, alimentare.
”Il marchio ‘Made in Italy’ – afferma Maria Letizia Fanara, presidente FederModa Confcommercio Grosseto – è il risultato del saper fare italiano. Negozi, boutique, fashion store, con le loro vetrine e con i rapporti diretti con la clientela, sono ambasciatori della cultura del Made in Italy in Italia e nel mondo. I negozi di abbigliamento e calzature che vendono esclsuivamente o in via prevalente ‘Made in Italy’ costituiscono testimonianza della storia, dell’arte, della cultura, dello stile e della tradizione imprenditoriale italiana contribuendo alla valorizzazione del famoso ed apprezzato italian style. Accrescono, cioè, in maniera importante l’immagine dell’Italia nel mondo”.
“Alimentare il mercato della contraffazione per mezzo di acquisti incauti seppur inconsapevoli, invece, produce un danno incalcolabile all’economia del Paese, sia in termini reali immediati, sia in termini prospettici generando la percezione, falsa anch’essa, che ‘il Made in Italy non è più quello di una volta’. Percezione determinata dalla scarsissima qualità della merce contraffatta”.
“Bisogna sempre ricordare – prosegue Fanara – che chi produce e vende un prodotto contraffatto commette un reato penale. Tuttavia anche chi acquista questo genere di prodotti non può ritenersi di stare nella correttezza. Perché è complice di un reato; perché mette a rischio la sua salute e quella dei suoi figli; perché alimenta la criminalità organizzata”.