CAMPAGNATICO – “Dopo la lettera congiunta a firma dei direttori di Confcommercio e Confesercenti Grosseto, Gabriella Orlando e Andrea Biondi, inviata a tutti i sindaci della provincia, Confcommercio Grosseto è costretta a tornare sul tema delle sagre per annunciare la presentazione di una formale segnalazione a tutti gli enti che a vario titolo si occupano dei controlli su queste manifestazioni in ragione delle recenti decisioni assunte dall’amministrazione comunale di Campagnatico”. Così Confcommercio Grosseto si schiera in difesa di chi lavora nella ristorazione.
“Apprendiamo dalla stampa che la Giunta comunale di Campagnatico nei giorni scorsi ha deliberato l’elenco degli appuntamenti con somministrazione temporanea di alimenti e bevande finalizzati, a suo dire, a supportare l’attività associazionistica del territorio. È una delibera che ci lascia sconcertati – commenta Gabriella Orlando, direttore Confcommercio Grosseto -. Ancora una volta, infatti, il Comune di Campagnatico dà l’impressione di considerarsi una sorta di Contea esentata dal rispetto delle regole che invece vigono e vengono fatte rispettare nei territori attigui ai suoi confini. In primo luogo rileviamo che si tratta di un calendario di circa 40 giorni, non principalmente caratterizzato da celebrazioni di santi o dalla valorizzazione di antiche tradizioni popolari, quanto, piuttosto, volto in via preminente alla somministrazione di alimenti e bevande. Attività, questa, che con la scusante di ‘sagra di paese’ può essere svolta senza l’osservanza di tutte quelle norme igienico-sanitarie-finanziarie cui invece devono sottostare gli imprenditori della ristorazione tradizionale”.
“Come ribadito più volte da Confcommercio e da altre associazioni di categoria – prosegue la Orlando – tale prassi crea un danno enorme a tutto il comparto della ristorazione, non solo di Campagnatico ma anche dell’area grossetana. Non è certo la prima volta che a Campagnatico sul fronte sagre si realizzano situazioni anomale e bizzarre, tuttavia quest’anno si è raggiunto il culmine. Addirittura nella seconda metà di agosto si realizza la sovrapposizione di due eventi diversi che si svolgeranno in simultanea. Peraltro si tratta di ‘sagre’ del tutto anonime, ovvero generaliste, senza, cioè, la valorizzazione di un prodotto che sia autenticamente tipico di Campagnatico”.
“Per il mese di maggio ormai alle porte, ad esempio – dice ancora il direttore di Confcommercio Grosseto – si parla candidamente di una generica ‘Sagra gastronomica’. Durerà ben otto giorni, seppur non consecutivi. Cos’è questo se non la scientifica e ponderata volontà di realizzare ‘ristoranti temporanei’ in grado di portare a sé stessi flussi di clientela altrimenti indirizzati verso la ristorazione tradizionale? Ecco perché diciamo che Campagnatico sembra ritenersi una Contea avulsa dallo stato di diritto italiano”.
“Chiederemo se è davvero così – va avanti la Orlando – a tutti quegli enti territoriali che vigilano sulle corrette modalità di esecuzione delle sagre. Auspicando una legge nazionale che possa circoscrivere in maniera netta e chiara l’organizzazione di questo genere di eventi dedicati alla somministrazione temporanea, è nostra intenzione rilanciare il dialogo con la Regione Toscana al fine di focalizzare meglio questo fenomeno nel contesto più generale del Codice del commercio. Ci sono aspetti molto importanti sui quali accendere più di un riflettore, come, ad esempio, quello dell’impiego della manodopera minorile alla quale le sagre attingono a piene mani in virtù del principio volontaristico su cui si fondano. Agli imprenditori della ristorazione ufficiale tale possibilità è preclusa dalle norme che regolano il commercio e, appunto, il lavoro di ragazze e ragazzi con meno di 16 anni”.
“C’è poi il tema dello smaltimento degli olii usati, quello del bagno per disabili, quello della sanificazione dei locali, quello del regime fiscale in cui si evidenzia una differenza abissale tra il sistema sagre e il sistema della ristorazione ufficiale – conclude Orlando -. Tutte questioni delicate e complesse che nella praticità di tutti i giorni si traducono, per i pubblici esercizi, in una sequela di visite ispettive e controlli da parte dei molteplici enti preposti: Inps, Asl, Comune, Ispettorato del lavoro, Carabinieri Nas, Guardia di Finanza e via dicendo. Per noi il concetto di fondo resta e resterà sempre uno soltanto: stesso mercato, stesse regole”.