GROSSETO – È arrivata sino all’ultimo, e ha sfidato la campionessa in carica. Sara Bonanno, 43 anni, Grossetana, ieri sera è stata una dei tre concorrenti in gara a “Don’t forget the Lyrics! (Stai sul pezzo)”, il programma condotto da Gabriele Corsi sul Nove.
La trasmissione, per chi non la conoscesse, vede tre persone in gara a sfidarsi sui testi delle canzoni.
«Per me è stata un’emozione unica» racconta Sara che la musica ce l’ha nel sangue. «Mio padre è un musicista e per tanto tempo, assieme anche ad altri tre colleghi, abbiamo suonato e cantato in tantissimi locali non solo della provincia. Ho fatto da spalla alla Rettore o alla Tatangelo alla Bussola. Avevamo una band e facevamo musica da ballo».
«Quando mi sono candidata a partecipare alla trasmissione mi hanno richiamato subito. Poi i provini (due), e infine mi hanno convocato per la registrazione. Prima la simulazione poi la trasmissione vera e propria Mi avevano detto di portare gli abiti di ricambio ed io sono partita con due valige di roba» racconta.
L’arrivo agli studi a Roma (gli stesi dove Totò registrava i suoi film) il trucco, le prove generali e poi via. Trovarsi davanti il pubblico, le luci, le telecamere… l’emozione c’era nonostante abbia fatto nella mia vita migliaia di serate».
Da qualche anno Sara ha appeso il microfono al chiodo «Ho quattro figli, era il mio sogno avere una famiglia e la sera mi fa piacere stare con loro» ora gestisce e manda avanti il Sahar, il bar di famiglia, quello che si trova di fronte al cimitero di Sterpeto, a Grosseto.
In finale purtroppo Sara è stata battuta dalla supercampionessa che ormai “detta legge” da diverse settimane. «Ma non mi importa. Per me è stata una bellissima esperienza fatta con il mio babbo. Se avessi vinto sarebbe stato lui la mia spalla nell’ultima sfida. Mi è piaciuto vedere la macchina che c’è dietro a queste trasmissioni, ho conosciuto musicisti e professionisti e stretto qualche amicizia. Gabriele Corsi (che poi è uno dei componenti del Trio Medusa ndr) è stato molto simpatico e disponibile. È venuto a salutarci alla fine e si è preoccupato del nostro viaggio di ritorno. Insomma un’esperienza più che positiva che mi ha arricchito».