FIRENZE – L’ipotesi della riorganizzazione degli ambiti territoriali e delle zone distretto attinenti all’area della Colline metallifere è stata tra i temi al centro della seduta commissione Sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd) che si è tenuta martedì 19 marzo, in cui è stata audita l’assessora al Welfare Serena Spinelli.
La Commissione sta approfondendo questo tema dopo aver ricevuto una petizione di circa 2500 firme di cittadini che chiedevano di creare un nuovo distretto delle Colline Metallifere.
“La Società della Salute dell’area socio sanitaria grossetana è formata da una serie di Comuni e ha visto la composizione tra Sds di Amiata Grossetana, Colline metallifere e Grossetana – ha ricordato l’assessore Serena Spinelli -. La Giunta regionale ha proceduto ad accompagnare la fase di fusione nella riorganizzazione dei servizi con una serie di contributi di primo avvio erogati per cinque anni per una cifra complessiva di 2milioni e 925mila euro, la cui ultima tranche di 292mila euro è stata liquidata a settembre 2023. Queste risorse potevano essere utilizzate per il rafforzamento dei servizi socio sanitari, sanitari e socio-territoriali, con l’unico vincolo di esclusione per gli investimenti infrastrutturali”.
“Grazie a questi contributi – ha dichiarato Spinelli – sono stati estesi interventi domiciliari aggiuntivi destinati in particolar modo agli anziani fragili per ridurre il rischio di non autosufficienza: sono stati dunque destinati circa 200mila euro alla continuità assistenziale domiciliare e ad altri servizi”.
Spinelli ha poi sottolineato come “in questo momento, anche alla luce una serie di Piani nazionali, l’indicazione ministeriale è che le risorse, comprese quelle del Pnrr, nella missione 5, che è quella sanitaria, siano erogate non ai singoli Comuni, ma direttamente agli ambiti territoriali, che in Toscana abbiamo ormai dal 2005. Le risorse che noi destiniamo agli ambiti, tra cui tutto il Fondo Sociale Europeo, sono importanti. Saper spendere il Fondo significa avere una capacità di programmazione e di governance territoriale non indifferente, e avere competenze che spesso non stanno in capo a un singolo Comune o territorio, soprattutto se piccolo. Significa inoltre utilizzare queste risorse avendo una visione della complessità del proprio territorio”.
“La gestione degli ospedali, dell’emergenza urgenza territoriale e la parte strutturale e sanitaria delle case di comunità – ha dichiarato l’assessora -, sono di competenza esclusiva dell’azienda sanitaria che li gestisce tramite le proprie strutture organizzative in attuazione della programmazione annuale delle attività”. Scorporare dunque una parte del territorio da una zona distretto per costruire un’ulteriore zona distretto non garantisce automaticamente che l’ospedale presente in quel territorio abbia standard più elevati”.
“I territori – ha ribattuto Andrea Ulmi del Gruppo Misto Merito e Lealtà – non si sentono a loro agio in questa nuova strutturazione così grande che comprende 20 Comuni che vanno da Grosseto a Castell’Azzara, da Castiglion della Pescaia a Monterotondo. Quanto emerso dal distretto delle Colline Metallifere è che i cittadini del distretto avvertono che i servizi che ottengono non coincidono con le loro necessità. E lo stesso vale per la parte dell’Amiata grossetana. Per questo sostengo fortemente i firmatari della petizione”.
“Il problema riguarda la definizione di ambito ottimale – è intervenuta Donatella Spadi del Pd -. In questo caso si parla di tre zone completamente diverse: Grosseto è una città; l’Amiata da tempo ha velleità di staccarsi, perché completamente montana; le Colline Metallifere sono una striscia lunga tra il mare e il senese. Io avevo proposto che fossero nominati tre vicedirettori e che ognuno rispondesse a un sub-ambito, ma la tendenza alla divisione di quel distretto è fortemente sentita”.
“Se si mantengono le tre maxi Asl, i distretti devono funzionare, essere omogenei e coerenti – ha affermato Diego Petrucci di Fratelli d’Italia -. In questo contesto però si sta parlando di un distretto disomogeneo, in cui si creano inefficienze su più livelli”.
Il presidente Sostegni ha chiesto cosa succederebbe ai contributi di 3milioni di euro già erogati. Spinelli ha risposto ricordando che “la zona di Arezzo, che si era divisa, non aveva mai preso i soldi della fusione. In questo caso saranno necessarie delle verifiche”. Infine l’invito dell’assessora a una riflessione: “Sono a disposizione per capire cosa è più utile per quei sindaci rispetto alle esigenze dei cittadini, ma attenzione a non fare distretti troppo piccoli perché il rischio è quello di ridurre l’efficienza nella programmazione”.