GROSSETO – Il 2024 si è aperto con un passo indietro sui prodotti mestruali e, dopo soli 12 mesi, l’Iva sull’assorbenza è tornata al 10 per cento (era stata abbassata al 5 per cento nel gennaio 2023).
Con lo slogan “La tassa di essere donna” Coop ripropone quindi la sottoscrizione alla petizione che chiede il definitivo abbassamento dell’Iva sui prodotti mestruali al 5 per cento, come gli altri beni di prima necessità.
Aperta nel dicembre 2018 sulla piattaforma change.org dal collettivo di attiviste Onde Rosa già nelle prime due settimane la petizione aveva raccolto oltre 90 mila firme, poi le sottoscrizioni erano fisiologicamente rallentate. Così la nuova collaborazione tra Coop e le promotrici nel 2021 aveva riacceso l’interesse raccogliendo in determinati momenti, flussi di oltre 20 mila firme in pochi giorni. Un successo che si era cristallizzato raggiungendo le 680 mila sottoscrizioni a fine 2022, quando lo stesso Governo Meloni aveva, con la manovra di bilancio 2023, abbassato l’Iva sui prodotti mestruali al 5 per cento.
“Proprio per sottolineare l’ingiustizia della decisione di rialzarla nuovamente – dichiara Coop -, abbiamo rilanciato la sottoscrizione a gennaio 2024 raggiungendo oltre 703 mila firme e si impegna inoltre, da gennaio fino a fine maggio 2024, a ‘neutralizzare’ questo aumento simulando, sugli assorbenti a marchio, l’Iva al 5 per cento. Un’adesione alla petizione nella quale Coop ha coinvolto anche i suoi partner storici, estendendo la sottoscrizione a figure illustri del panorama sociale ed economico nazionale. Solo per fare alcuni nomi: Linda Laura Sabbadini, statistica ed editorialista, Alessandra Mosca, professoressa aggiunta all’Università Bocconi, Lella Golfo, presidente Fondazione Marisa Bellisario, Andrea Notarnicola, Global Inclusion Art 3, Natasha Maesi, presidente nazionale Arcigay, Vera Gheno, sociolinguista, Azzurra Rinaldi, economista. Nomi che compariranno in un Appello che sarà ufficializzato in occasione del prossimo 8 marzo, Giornata Internazionale delle Donne, quando nella rete vendita Coop compariranno anche presidi di sensibilizzazione sul tema, curati dai soci attivi delle diverse cooperative”.
“Ci sembra molto importante che su certi temi non si facciano passi indietro, anche considerando la grande difficoltà che il nostro Paese ha nel compiere degli avanzamenti sulla gender equality – osserva Maura Latini presidente di Coop Italia –. È in quest’ottica che abbiamo chiesto ai nostri partner e a coloro che sono in prima linea nella sollecitazione di un dibattito sull’uguaglianza di genere di sottoscrivere pubblicamente la nostra petizione, diventando protagonisti anche di questa battaglia. L’Italia vive un periodo economicamente difficile e ci sono dimensioni che per le donne sono biologicamente ineliminabili quindi ci sfugge la logica con cui i prodotti che suppliscono a queste dinamiche non siano inclusi nei beni di prima necessità. Ci dicono che l’inflazione ha vanificato l’effetto della riduzione dell’Iva, ma questo ci sembra solo un motivo in più per tenerla stabile al 5 per cento piuttosto che incrementarne ancora di più il costo per le donne”.