GROSSETO – Entro oggi saranno presentati tutti i progetti che riguardano le 232 opere di ricostruzione del dopo alluvione in Maremma. Si tratta di un piano straordinario che non ha precedenti nella nostra provincia e che sarà finanziato con 73 milioni di euro: 52 arriveranno dalla regione, 12 direttamente dai comuni e 9 milioni che erano stati già stanziati prima del mese di novembre.
Sono 96 le opere in capo alla sola provincia: tra queste una delle più complesse riguarda i lavori di ricostituzione degli argini del fiume Albegna, il corso d’acqua che ha creato più problemi dopo le piogge del 12 novembre scorso. Il progetto dell’Albegna non riguarda però soltanto gli argini, ma anche la realizzazione di casse di espansione che serviranno a limitare la forza delle acque e quindi a contenere il rischio esondazioni in un territorio che porta ancora le ferite tra i comuni di Manciano e Orbetello e i centri abitati di Marsiliana e Albinia.
«Dopo l’emergenza – dice il presidente della provincia Leonardo Marras – c’è bisogno di tenere ancora alta l’attenzione sull’alluvione e sulle esigenze del territorio che è stato colpito. Mi sembra che a livello nazionale ci si sia già dimenticati dell’alluvione della Maremma e invece se ne dovrebbe occupare anche la politica, come uno dei temi in vista delle elezioni»·
I vari interventi dovranno partire entro la fine del mese di febbraio e anche grazie alla collaborazione della regione è stata snellita tutta la procedura burocratica anche per quelle opere che hanno bisogno di varianti particolari dal punto di vista urbanistico.
Per quanto riguarda il protocollo siglato con Fidi Toscana per la garanzia ai finanziamenti per le imprese Marras ha chiesto maggiore duttilità da parte del sistema bancario perché in questo momento sembra che ci siano un po’ di rallentamenti nell’applicazione dei criteri previsti proprio nel protocollo.
Ma oltre ai danni più visibili alle infrastrutture l’alluvione ha anche compromesso in modo pesante il sistema minore dei fossi tanto che in alcune zone è sufficiente un po’ di umidità per provocare nuovi allagamenti. Per questo la provincia chiederà in accordo con le associazioni di categoria dell’agricoltura “dieci giorni di solidarietà” all’Unione regionale dei consorzi di bonifica. In questo modo, con la “donazione” di lavoro da parte di tutti i consorzi della Toscana si potrebbero ripristinare i “capifossa” nelle zone più critiche che sono state colpite dall’alluvione del novembre scorso, garantendo una ripresa più veloce delle attività agricole, ma anche maggiore sicurezza per il territorio.