di Daniele Reali
GROSSETO – «In questo momento è come se la Provincia avesse spento il motore». Il presidente Leonardo Marras descrive così l’inizio del nuovo anno per l’ente che guida dal 2009. Per la provincia di Grosseto il 2013 sarà un anno «cruciale» perché il “rischio deafult”, ovvero la possibilità di dissesto finanziario, è sempre più concreto. Il patto di stabilità da una parte e i tagli attuati dalla Stato dall’altra rappresentano infatti i due fattori principali di questa situazione da “allarme rosso”.
«Entro febbraio – spiega l’assessore al bilancio Federico Balocchi – la provincia dovrà pagare 12 milioni di euro alle imprese che hanno effettuato opere nel 2011 e nel 2012». Una cifra che mette in ginocchio il già “risicato” bilancio della provincia. In sostanza già dal mese di febbraio la possibilità di manovra dell’ente sarebbe minima. Tutto questo perché nel giro due anni lo Stato centrale ha tagliato per 31 milioni di euro i trasferimenti nei confronti della provincia. Nel 2011 arrivavano da Roma circa 88 milioni di euro: per il 2013 questi sono scesi a 57.
«L’ammontare delle entrate correnti – dice Marras – è inferiore alle spese obbligatorie» e questo significa che i soldi che arrivano nelle casse della provincia non bastano neanche a pagare i costi “irrinunciabili” come le bollette, il personale, i mutui.
«Eppure – spiega Balocchi – uno sforzo importante lo abbiamo fatto. Abbiamo ridotto gli affitti per 180 mila euro, risparmiato 300 mila di bollette, ridotto i veicoli da 317 a 185 incassando 300 mila euro e abbiamo tagliato le consulenze da 2,5 milioni e 400 mila euro». Una vera spending review che ha portato benifici importanti e ha fatto chiudere il bilancio del 2012 rispettando il patto di stabilità, ma che non sarà sufficiente per il 2013. «Chiariamo però – dice Balocchi – che la provincia è un ente sano che ha a disposizione 35 milioni di euro in banca. Il problema è che non può spenderli e serviranno solo per “ripianare” eventuali debiti, ma che non ci salvano dal meccanismo del patto di stabilità».
E allora che anno sarà per i conti della provincia, che destino c’è da aspettarsi. Marras ha le idee chiare: «Se non cambia qualcosa, e se non si interviene a livello centrale, la strada è segnata: non possiamo farcela».