CINIGIANO – Si chiamava Zeno Aluigi e aveva quasi 100 anni. Era però poco più di un ragazzo quando fece una scelta: la scelta di mettere a repentaglio la propria vita per la libertà. Non solo la sua, ma quella di tutta la comunità e dell’Italia intera.
«Ho scelto l’immagine del documentario “Fu la loro scelta. Racconti di Resistenze. Partigiani e militari prigionieri in Germania, una storia taciuta”. Quell’immagine cattura il sollievo nel suo racconto della liberazione, quando nel viaggio di ritorno in Italia, dopo un lungo periodo di prigionia e lavori forzati, passando per il Brennero, su un treno Bologna/Grosseto, arrivato da qualche giorno a Grosseto da suo zio, trovò il mezzo per raggiungere la sua famiglia a Castiglioncello Bandini» così la sindaca di Cinigiano, Romina Sani, ieri sera ha dato la notizia della morte di Zeno Aluigi.
«”…In quel mentre passò il camion del Simoncioli. Dove vai? A S. Angelo. Ci passi per Cinigiano? Lo porti il mi cugino? Quando mi vide, Madonna! Monta su’! Si venne su e da Cinigiano montai nel carro di uno che venne a macina’ il grano e arrivai a Castiglioncello, a casa. Il mi babbo fra sì e no mi conobbe, dopo poi si riprese, ma era andato giù, sapeva cosa voleva di’, aveva fatto 7 anni di guerra. Era andato via di capo quando venne a vedermi che ero in mezzo ai tedeschi in quella maniera…”» Sani riporta le parole e il racconto di Zeno.
«Il racconto vero di Zeno Aluigi che ha vissuto quel tragico periodo: ” …Eramo nelle baracche di legno, ci s’aveva una stufettina, ci buttavano un pochino di carbone…. si faceva 13 ore di lavoro, dalla mattina avanti giorno alla sera… Un freddo, un gelo, nevischiava, il capo campo ci fece cucire tutte le tasche dei pantaloni, sennò l’adunata si metteva le mani in tasca…C’era il refettorio, un po’ di carote, patate, robaccia, un mischiume, ma la fame era quella, una pagnotta in sette ogni 24 ore, non è che ce la davano 2 volte al giorno!… Quando lavoravo nella fabbrica c’avevo un cassettino, c’era una ragazza tedesca che mi buttava là dentro 2 fettine di pane, ma se l’avessero veduta passava dei guai… mi aveva salvato la vita!… Poi rivò l’americani, ci liberarono, io ero 35 kg, quando andai militare ero 70…”».
«Zeno, tra pochi mesi avrebbe spento 100 candeline, sempre presente nei momenti istituzionali commemorativi del 4 novembre e del 25 aprile, fino a pochi anni fa presidente dell’associazione Combattenti e reduci sezione Cinigiano, fortemente legato al suo paese, Castiglioncello Bandini. La storia di vita di Zeno rimarrà preziosa alla memoria. La sua dolcezza sarà sempre nei nostri cuori. L’amministrazione comunale e tutta la popolazione, insieme a me, si stringono in un forte abbraccio a sua figlia Daniela ed esprimono sentite condoglianze a tutta la famiglia».