GROSSETO – La Cisl Grosseto è scesa in piazza per manifestare contro l’aumento dell’addizionale Irpef. Un presidio, quello che si è tenuto dalle 10 alle 12 in piazza fratelli Rosselli, a Grosseto, per sostenere soprattutto quelle categorie, come pensionati e dipendenti, che si troverebbero a dover sostenere principalmente l’aumento dell’Imposta sul reddito.
“Non siamo chiaramente contrari alle tasse – spiega Katiuscia Biliotti, segretario generale Cisl Grosseto – ma pretendiamo che queste siano pagate da tutti perché la sanità è un diritto che riguarda tutta la cittadinanza. Non possiamo pretendere servizi al top quando poi le imposte le pagano sempre e solo i soliti noti, soprattutto in un momento storico in cui i pensionati fanno oramai da sostegno a intere famiglie”.
“L’aumento dell’aliquota addizionale Irpef da parte del Consiglio regionale della Toscana riguarda, quasi esclusivamente, lavoratori e pensionati con un reddito Irpef lordo superiore ai 28mila euro. Un ulteriore balzello che ricadrà ancora una volta su lavoratori dipendenti e pensionati, categorie che pagano fino all’ultimo centesimo tasse e contributi”.
“Liste d’attesa molto lunghe, carenza di personale e disavanzo strutturale – continua Biliotti – sono tutti problemi che dovevano essere stati affrontati negli anni passati ma che invece sono ancora reali. La sanità va avanti grazie al sacrificio di tanti professionisti: sicuramente la responsabilità ricade sul fondo sanitario nazionale che ha assegnato meno risorse, ma la Regione non è immune da responsabilità che si porta dietro da anni. Pagare sempre di più per poi essere mandati dopo un mese o due a Orbetello o Castel del Piano per una visita o un esame non è più tollerabile, soprattutto per un territorio come il nostro, carente di infrastrutture e sempre più vecchio”.
“Il presidio fatto a Grosseto è solo una delle tante mobilitazioni che la Cisl sta mettendo in campo a livello regionale per manifestare la propria contrarietà a una scelta ingiusta – conclude Biliotti -. Vorremmo che contribuissero, in maniera proporzionale al reddito, anche altre categorie di lavoratori, come i liberi professionisti e le imprese individuali in regime forfettario. Non tenere conto di queste categorie è un grave errore nella sostanza e nella forma”.