MASSA MARITTIMA – Nella zona di Poggio Tosoli a Massa Marittima un pastore, attualmente detenuto per una condanna di tre anni e sei mesi per calunnia e lesioni, non si potrà più occupare sul suo gregge di pecore. Adesso gli animai rischiano la vita e il loro futuro è molto incerto.
Prima dell’incarcerazione in ottobre, il pastore viveva in una roulotte e si occupava delle sue pecore su un terreno regionale, gestito dal Comune di Massa Marittima e dall’Unione dei Comuni. Con l’imprigionamento del pastore, le pecore hanno iniziato a soffrire di malnutrizione, portando alla morte di circa quindici esemplari e al ferimento grave di uno dei cani custodi.
Di fronte a questa emergenza, il Comune, l’Unione dei Comuni e l’Asl stanno collaborando per trovare una soluzione. Gli operai forestali dell’Unione dei Comuni si stanno occupando delle circa ottanta pecore sopravvissute, mentre l’Asl verifica l’assenza di malattie tra gli animali.
Il sindaco di Massa Marittima, Marcello Giuntini, ha dichiarato che l’amministrazione sta considerando diverse opzioni per la gestione del gregge. Una delle soluzioni potenziali è l’affido a un altro allevatore, dopo aver assicurato la salute degli animali. Inizialmente si era pensato alla vendita del gregge, ma l’affido sembra ora la scelta più appropriata.
Inoltre, a gennaio è prevista un’udienza per il pastore, che potrebbe portare a un regime attenuato della condanna. Ciò potrebbe permettergli di prendersi cura, almeno parzialmente, delle sue pecore.
Questo caso solleva questioni importanti riguardanti il benessere degli animali e la responsabilità sociale nei confronti di persone e animali colpiti da situazioni di emergenza.