FOLLONICA – “Un piano abitativo per i giovani. Parte dalla casa, dalla possibilità di risiedere a Follonica la rinascita della città. È sempre stato così nel passato e lo sarà anche in futuro. Non un slogan, tanto meno una boutade elettorale ma una necessità concreta, un’urgenza”. A dichiararlo è Alberto Aloisi per In movimento per Follonica e Follonica nel cuore.
“A Giugno, secondo i dati a disposizione, Follonica ha toccato il record negativo di 20.400 abitanti – prosegue – e tutte le statistiche fotografano una città tra i più bassi indici di natalità e di anzianità sia a livello regionale che nazionale. Inutile girarci intorno, la città è ferma sotto tutti i punti di vista. Dopo la sbornia turistica del periodo pandemico la città è tornata la stessa con tutti i suoi limiti: una situazione ben fotografata dal meritevole convegno organizzato pochi giorni fa dalla Confesercenti in cui sono emerse proposte da approfondire”.
“Sul fronte industriale si registra una lenta agonia del comparto del Casone che difficilmente potrà risollevarsi in tempi brevi – continuano Follonica nel cuore e In Movimento per Follonica -. I giovani, sempre meno, terminate le scuole superiori spesso lasciano Follonica per non tornare mai più. In città tante le famiglie sostenute dalla pensioni dei nonni. Una situazione bloccata, garanzia di continuità politica poiché d’altronde gli anziani votano nel rispetto della tradizione. E forse è questo uno dei motivi per cui a Follonica si è fatto poco o nulla per cambiare le cose. Il nuovo piano strutturale, votato definitivamente qualche giorno fa dal consiglio comunale, non è altro che la riedizione del vecchio in formato tascabile”.
“Non c’è respiro, ben che meno un’idea di città del futuro – prosegue Aloisi -. Casa e lavoro, di questo c’è bisogno a Follonica. È vero, tanto terreno è stato consumato per operazioni speculative, e si è continuato anche nel corso di questa legislatura con decisioni urbanistiche nel solco del passato. Le varianti approvate dal comune potevano avere un respiro ben diverso. Ma così non è stato, inutile piangere sul latte versato. Andiamo avanti: ci sono ancora spazi, chiaramente da concertare con la regione che come una sorta di nuovo granduca sovrintende ad ogni decisione urbanistica, in cui si può imprimere un cambio di passo”.
“Partendo dalla casa si potrebbero mettere in moto meccanismi virtuosi, giovani che potrebbero avere intenzione di investire in Follonica le conoscenze maturate negli atenei toscani, si potrebbero rinnovare le imprese familiari che rischiano di chiudere con il pensionamento dei titolari ( la Cna parla punto spesso il dito sulla mancanza di ricambio generazionale). Si potrebbe,infine, dare ossigeno al comparto edile, che a Follonica non è meno importante di quello turistico e che nel 2024 potrebbe segnare, dopo la fase del superbonus 110, un sensibile arretramento. Allo stesso tempo verrebbero sorrette le casse comunali che, dopo anni di allentamento, dovranno rifare i conti con i vincoli di spesa del nuovo patto di stabilità di cui si sta parlando ora a Bruxelles. Tutto è collegato insomma, tutto va visto nel suo insieme. Visione d’insieme, appunto, quella che forse a Follonica manca più di ogni altra cosa”.