GROSSETO – «La situazione nel quartiere Pace è ormai insostenibile» così una lettrice definisce la situazione in uno dei quartieri di Grosseto.
«I mei genitori vivono nel quartiere Pace orami da quasi cinquant’anni, ma negli ultimi quindici anni la situazione è diventata insostenibile. Siamo passati da poter mandare i bambini in bici con la consapevolezza che non sarebbe successo nulla, a scaricare la spesa di corsa per paura di finire in mezzo ad una rissa con coltelli e armi da fuoco o essere presi come acquirenti di droghe».
«Sono cresciuta con mia nonna che mi mandava a prendere il pane, mi mandava al parco o in chiesa a catechismo guardandomi da lontano, fidandosi sia di me che delle persone che mi circondavano. I miei nipoti, i miei figli non avranno la stessa possibilità. Ho paura a portare mio nipote in un parco dove ci sono siringhe, pistole e è stato addirittura trovato un carrello con un machete e una pistola carica».
«Non so dirvi quante volte vengono chiamate le forze dell’ordine per atti vandalici, o di gente che viene seguita sino a casa. O ancora degli spacciatori che quando piove si rifugiano sotto, dove sono i garage, per usarla come piazza dio spaccio».
«La scorsa estate, dopo l’ennesimo scambio di droga davanti ai bambini che giocavano, ho scritto al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ma non è cambiato nulla a parte spostare le panchine. Intanto mia madre e le altre nonne devono prendere l’auto e spostarsi per far giocare i bambini, o chiudersi in casa a doppia mandata».
«Oggi abbiamo avuto l’ennesimo atto di vandalismo in via Grecia: sono stati rubati tutti gli estintori dei palazzi e sono stati aperti nei parcheggi. So che siamo tutti nella stessa situazione come la zona della stazione e sopratutto via Roma, ma qualcuno farà mai qualcosa? Non per noi, nemmeno per loro, ma per le categorie più a rischio, i bambini e gli anziani. In che mondo li facciamo vivere?» chiede la lettrice.
«Bimbi senza prospettiva se non la criminalità, anziani chiusi in casa senza nemmeno poter rispondere al citofono, che potrebbe essere chiunque che vuole rifugiarsi nelle scale per evitare coltellate».