ROCCASTRADA – Una delegazione di Roccastrada parteciperà il 26 ottobre prossimo alla cerimonia in ricordo del poeta maremmano (nato a Grosseto il 16 maggio 1864 e deceduto a La Louvière in Belgio il 19 febbraio 1953), in occasione del settantesimo anniversario della morte di Antonio Gamberi avvenuta proprio nella cittadina belga distante circa 50 Km da Bruxelles.
L’evento, organizzato dall’Associazione Roccastradini nel Mondo, con la collaborazione del Municipio di La Louvière prevede il ricevimento da parte del sindaco della cittadina belga della delegazione roccastradina alla quale seguirà un meeting con le associazioni di emigranti italiani e la visita alla tomba del poeta con la raccolta della terra-ricordo. Seguirà lo scoprimento della targa ricordo, la presentazione e donazione del libro a cura di Mario Amerini. La commemorazione si concluderà con una degustazione di prodotti tipici maremmani dell’Azienda Subissati, il cui titolare farà parte della delegazione.
Al poeta Antonio Gamberi che è molto legato alla nostra realtà anche grazie al fatto che ha vissuto per qualche anno sul nostro territorio, è intitolata la biblioteca comunale inaugurata nel 1990.
Ma chi era Antonio Gamberi?
Antonio Gamberi è stato un poeta e scrittore italiano. La morte del padre lo lascia nella miseria. Ad otto anni è costretto ad abbandonare la scuola per aiutare la famiglia, più tardi, la voglia d’apprendere lo porta a frequentare 65 lezioni di lingua italiana. L’influenza delle tradizioni risorgimentali, lo portano nel 1894 a fondare a Tatti una delle prime sezioni socialiste della provincia di Grosseto. Nel 1895 si dichiara favorevole alla conferma dell’onorevole Ettore Socci alla Camera, perché – replica ai suoi critici – l’antico garibaldino si è sempre battuto contro Crispi e merita la fiducia dei sovversivi. Nel frattempo denuncia la politica antioperaia delle società minerarie. Il 12 novembre 1895, la magistratura lo assegna al domicilio coatto per la durata di tre anni, ma viene amnistiato grazie al deputato repubblicano Socci.
In seguito partecipa allo sviluppo della Camera del lavoro di Massa Marittima, riprende l’attività politica e giornalistica, attirando di nuovo su di sé l’attenzione della Prefettura maremmana.
Nel 1904 si trasferisce a Roccatederighi, ma nel 1907 è costretto ad emigrare clandestinamente in Francia, per evitare la carcerazione in seguito ad una denuncia di alcune irregolarità, registratesi a Tatti durante un’elezione amministrativa.
In Francia continua a collaborare ai giornali e alle riviste socialiste e sindacaliste italiane con articoli e poesie, per vivere fa il manovale e il minatore. Nel 1914, sospesa la pena, può rientrare in Italia.
Il conflitto mondiale è già scoppiato e il poeta si schiera subito a fianco dei “pacifisti”. Con l’avvento del fascismo, a quasi sessant’anni è costretto di nuovo all’esilio in Francia. Per qualche anno lavora come manovale, poi torna a vendere gli opuscoli e i giornali antifascisti e nel 1926 è colpito, da una misura di espulsione, che è sospesa in seguito alle proteste di alcuni deputati comunisti e socialisti francesi. Nel 1926 stampa a Parigi, il volume Battaglie antifasciste, che raccoglie, in 264 pagine, i suoi versi. Nel 1928 è arrestato con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di un prete della Bonomelli, strettamente legato ai fascisti, che è stato ucciso dall’anarchico Angiolino Bartolommei. Riconosciuto estraneo al delitto è rilasciato.
Negli anni seguenti è costretto a viaggiare fra il Belgio, il Lussemburgo. Nel 1932, stampa il suo quinto volume di poesie, Rime sparse, contro Mussolini. Nonostante l’età avanzata, nel 1939 documenta con versi mai pubblicati la tragica corsa dell’Europa verso la catastrofe.
Nel 1947 fa stampare l’ultimo suo opuscolo “Piccole battaglie”, una quarantina di poesie di critica alla politica USA in Europa e di plauso all’Unione Sovietica, oltre che di addio alle nuove generazioni, alle quali consegna la perpetuazione del suo sogno socialista.
Solo e abbandonato da tutti, non autosufficiente e quasi cieco, viene ricoverato in ospizio e muore il 19 febbraio 1953 all’ospedale civile di La Louvière, in Belgio, ed è sepolto il 22 febbraio seguente presso il locale cimitero di rue de la Flache.