GROSSETO – Il grano maremmano è sano e di qualità: lo ha rilevato il Crisba dell’Isis Leopoldo II di Lorena di Grosseto, il centro di ricerche che opera da alcuni anni nella sperimentazione di strumenti biotecnici utili all’agricoltura del territorio grossetano.
Le analisi compiute dal Crisba, infatti, non hanno sinora evidenziato contaminazioni di micotossina DON (Deossinivalenolo) oltre i limiti di legge per campioni di grano prodotti in Maremma: un risultato, questo, che conferma l’ottima qualità delle produzioni cerealicole nostrane, dovuto all’intelligente applicazione della tecnica agronomica dei nostri agricoltori e ad una spiccata vocazione pedoclimatica del territorio.
Il Crisba si dedica a questo tipo di analisi dallo scorso luglio, quando ha attivato il servizio per monitorare la presenza di micotossine nei cereali prodotti o acquistati in Maremma. Le micotossine sono sostanze sintetizzate da funghi patogeni delle piante, che sono molto tossiche e possono contaminare mangimi e alimenti rendendoli inutilizzabili; sono pericolose per la salute degli uomini e degli animali se involontariamente assunte con l’alimentazione.
Al progetto, che porta il nome “Il Crisba al servizio della cerealicoltura Maremmana” – promosso dalla Camera di Commercio di Grosseto e realizzato con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze – hanno aderito numerose Cooperative Agricole della provincia. Ad oggi il Centro Ricerche ha condotto numerose analisi immuoenzimatiche per verificare che la quantità di micotossine in campioni di granella di cereali non trasformata, farine e mangimi, risulti al di sotto dei limiti massimi consentiti dalla legislazione comunitaria.
L’attività di analisi del Crisba prosegue e acquisirà ancor più importanza alla luce dei recenti accadimenti climatici, a causa dei quali alcuni dei grani in fase di stoccaggio nei silos si sono inumiditi e sono quindi predisposti all’attacco di funghi micotossigeni. Oltre a questo programma di monitoraggio, il Centro effettua anche il controllo della salubrità dei cereali acquistati all’esterno: a tal proposito, è stata recentemente riscontrata la presenza, oltre la soglia consentita, di Aflatossina B1 in alcuni campioni di mangime per bovini a base di mais comperati fuori regione, per i quali è stata quindi evitata l’immissione in commercio.
Maggiori informazioni sono disponibili nel sito internet www.crisba.eu.