FOLLONICA – Al via la nona edizione de “Le storie siamo noi”, il convegno biennale sull’orientamento narrativo che tocca temi fondamentali legati al mondo dell’istruzione, della formazione e della cultura. L’appuntamento è per venerdì 6 e sabato 7 ottobre alla Fonderia 1, due giorni di lezioni, dialoghi in pubblico, laboratori e spettacoli ad ingresso gratuito.
«Fin da subito abbiamo creduto molto in questo progetto – dichiara l’assessore alle Politiche culturali Barbara Catalani -. Un momento di grandissima riflessione sui temi dell’educazione ma non solo, su tutto ciò che riguarda la formazione dell’individuo dalla nascita alla morte. La prima parte della giornata sarà dedicata a delle vere e proprie lectio magistralis, mentre nella seconda parte si passerà ai laboratori. Da quando lo abbiamo adottato come progetto abbiamo cercato di coinvolgere anche altre forme d’arte. Con Simone Giusti abbiamo pensato all’introduzione di letture e spettacoli teatrali, con linguaggi non solo per addetti ai lavori. Per questo abbiamo coinvolto Alberto Prunetti, che porterà un adattamento scenico, un monologo tratto dal libro “Amianto”».
«Venticinque anni fa il circolo didattico delle scuole di Follonica è stato capofila del progetto didattico nazionale sull’auto orientamento, il “Progetto Orme” della scuola materna ed elementare – afferma l’organizzatore del convegno Simone Giusti -. Quest’idea è fondamentale e quest’anno lo ricorderemo con un seminario. Il convegno ha una formula che si ripete negli anni, organizzato su lezioni con i massimi esperti nazionali di questi temi, insieme a persone meno note che presenteranno le loro ricerche in questi ambiti».
Parteciperanno grandi nomi come Paolo Jedlowski, Natascia Tonelli, Michele Cometa, Vanessa Roghi e molti altri. Il convegno sarà dedicato alla memoria del famoso pedagogista Bruno Ciari, e sarà presente Marcella Bufalini Ciari.
«Durante entrambi i pomeriggi sono previsti laboratori di pratiche, i cosiddetti “cantieri narrativi”, durante i quali i partecipanti metteranno alla prova strumenti e esperienze – prosegue Giusti -. Grazie anche alla collaborazione della Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo e al contributo delle università di Siena e di Perugia, la mattina di sabato sarà dedicato uno spazio speciale all’orientamento scolastico e alle recenti disposizioni di legge che introducono in ogni scuola 30 ore annue di percorsi di orientamento formativo».
«Un bel rientro dopo quattro anni – commenta infine Alberto Prunetti -. Avevo già partecipato ad un’edizione pre covid. “Amianto”, come tutti e tre i libri che ho scritto, ha una coordinata geografica che varia ma che passa sempre nell’area dell’Ilva, un luogo in cui ho compiuto un percorso formativo come molti altri. Riportare dentro all’Ilva lo spettacolo derivato dal romanzo per me è importante e spero che questo adattamento riesca a far vibrare tutte le stesse corde. Portando in giro e traducendo il mio libro le persone mi dicono che questa è la loro storia, dalla Francia alla Spagna. Sintomo che la cultura è legata all’idea di comunità e di scambio».
Proprio per rendere omaggio al lavoro di Prunetti, la sera di venerdì 6 alle 21:30, al Teatro Fonderia Leopolda sarà messo in scena lo spettacolo “Come Steve McQueen”, liberamente tratto da Amianto, con Marco Bianchini, scrittura scenica di Chiara Canestrini, regia di Roxana Iftime. Lo spettacolo, a ingresso libero, è aperto al pubblico fino a esaurimento dei posti. Durante l’intera durata del convegno, che sarà gestito dalle volontarie e dai volontari delle associazioni L’Altra Città e Pratika, saranno presenti la rivista “La ricerca” di Loescher editore e il Tavolo delle ragazze coordinato dalla scrittrice Giusi Marchetta, che accompagneranno le attività con il loro lavoro di comunicazione e di documentazione.
L’ingresso a “Le storie siamo noi” è libero con prenotazione obbligatoria. Per informazioni http://www.lestoriesiamonoi.eu/.