La Maremma è un territorio italiano che presenta innumerevoli sfaccettature. Qui è possibile imbattersi in sterminate distese di verde incontaminato, ma anche in spiagge dall’acqua cristallina, oltre che nella riserva naturale protetta più ampia di tutto il mediterraneo. Non è un caso che questa area geografica sia dotata di una invidiabile tradizione culinaria, offrendo una squisita varietà di piatti a base di carne e di pesce. Chiunque mette piede in questa area compresa tra le regioni del Lazio e della Toscana, insomma, non può fare a meno di fare un salto nei principali centri cittadini della maremma.
Proprio per questo, negli ultimi anni, le attività commerciali hanno dovuto necessariamente dotarsi di app gestione ristorante e di siti web per adeguarsi agli incredibili flussi turistici degli ultimi anni. Trattandosi di un’area geografica tanto vasta, generalmente la Maremma viene suddivisa in tre zone differenti: l’Alta Maremma, che comprende gran parte della provincia di Livorno, la Maremma Grossetana o Senese e, infine, la Maremma Laziale. Quest’ultima si estende nella provincia di Viterbo a sud e nella provincia di Roma sul versante nord-occidentale. Difficile, dunque, effettuare una sintesi dei principali piatti tradizionali di un territorio tanto esteso. Eppure sono 3 le bontà culinarie che rappresentano un vero e proprio must dell’area della Maremma. Vediamo quali sono.
Il Caldaro dell’Argentario
Come già accennato in precedenza, la Maremma offre ai propri visitatori una straordinaria varietà di piatti tipici, sia a base di carne che di pesce. Il Caldaro dell’Argentario, non a caso, è una tradizionale zuppa di pesce che ha avuto origine a cavallo tra il Lazio e la Toscana, nei pressi del Monte Argentario. Si tratta di un piatto povero piuttosto antico, tanto che qualcuno definisce il Caldaro come una peculiare versione del cacciucco preparato in origine dai pescatori del promontorio toscano.
Per la preparazione del Caldaro dell’Argentario vengono generalmente utilizzati pesci piuttosto carnosi come la gallinella, lo scorfano e il gattuccio, ma può includere anche polpi, anguille e murene. La zuppa viene arricchita con salsa di pomodoro e aglio, fino a che questa non assume una consistenza a metà tra il brodoso e il vellutato. La tradizione vuole che la zuppa venga accompagnata da crostini di pane aromatizzati all’aglio. Il Caldaro dell’Argentario, insomma, rappresenta uno dei piatti più semplici e al contempo iconici del territorio della maremma.
L’Acquacotta di pane
L’Acquacotta della maremma non è altro che una zuppa di pane e verdure, molto simile alla ribollita tanto popolare nel territorio fiorentino. Come è facile intuire, anche questo rappresenta un piatto povero della cucina maremmana che in origine veniva impiegato per dare nuova vita agli scarti di cucina. Spesso ci si riferisce all’Acquacotta come “il piatto della condivisione”, dato che in origine veniva preparato con tutto ciò che ciascuno era in grado di mettere a disposizione dalle proprie terre.
Si tratta, essenzialmente, di un brodo a base di cipolle, pomodoro e pane, ma può essere arricchito con qualsiasi tipologia di verdure. Può essere, infatti, preparato con sedano o con l’aggiunta di peperoncino. In alcune varianti, l’Acquacotta viene servita con un uovo che viene aperto proprio sulla superficia della zuppa. Può essere consumata sia in inverno che nelle stagioni più calde, dal momento che risulta assolutamente gradevole tanto nella sua variante calda che in quella fredda.
Il Cinghiale in umido
Sebbene una parte della maremma sia in possesso di estese aree marittime dall’acqua cristallina, è innegabile che in questa area geografica la carne assuma un ruolo di primaria importanza. Spesso il cinghiale in umido viene considerata la pietanza maggiormente iconica e rappresentativa della cucina maremmana. Si tratta di un piatto dalla preparazione semplicissima, ma che è in grado di regalare un’esperienza gustativa davvero unica e difficilmente replicabile.
Per la preparazione del cinghiale in umido, la carne viene fatta marinare a lungo nel vino rosso arricchito di una combinazione di odori. La durata della marinatura può variare in base alla morbidezza della carne, ma generalmente si tende a lasciare il cinghiale in ammollo per almeno una notte. Dopo ciò, la carne viene fatta cuocere a fuoco lento, in modo che questa diventi ancora più morbida. La marinatura di vino rosso farà sì che durante la cottura si venga a creare una deliziosa cremina che donerà al piatto una nota acidula davvero prelibata.
Altre ricette popolari
Queste erano, dunque, le 3 ricette più rappresentative del territorio della Maremma. Come già accennato in precedenza, tuttavia, è difficile effettuare una sintesi della tradizione culinaria di un territorio tanto vasto e ricco di materie prime. Degni di menzione sono senza dubbio anche i Tortelli maremmani, così come anche i Cavallucci di Massa Marittima e l’immancabile agnello alla Maremmana.