GROSSETO – «Sono veramente arrabbiato» il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna è furioso. L’ultima aggressione nel centro storico della città lo ha reso furioso.
«Come è possibile che una città intera debba essere sotto scacco della follia di una persona con evidenti squilibri mentali?».
«Come è possibile che una persona fermata solo pochi giorni fa in via Roma si sia resa protagonista di un atto di violenza di lesioni di atti intimidatori – prosegue il primo cittadino -. Come è possibile che possa girellare brandendo un legno e colpendo quello che incontra, suppellettili e soprattutto la testa di una povera signora che si trovava lì per caso».
«Solo sette giorni fa è stato coinvolto nella rissa di via Roma rendendosi protagonista della devastazione di un negozio. Dove è la Asl che dopo via Roma doveva farsi carico dei problemi psichiatrici di quest’uomo? So che si è reso protagonista anche di intemperanze nel reparto psichiatrico» prosegue Vivarelli Colonna.
«A seguito della mia disponibilità ad un Tso mi è stato risposto che il medico di psichiatria avrebbe detto che quest’uomo sarebbe delinquente ma tanto disturbato da non finire in carcere e non abbastanza matto per un Tso che rilascia il sindaco su suggerimento medico».
«Uno che gira con un bastone e colpisce la gente: possibile questa cosa sia tollerata da un sistema civile come quello italiano? Perché si consente di girare liberamente mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli agenti di polizia, cosa vogliamo aspettare, che ci scappi il morto? Se è lo stesso di via Roma, mi chiedo, è stata coinvolta la magistratura? Come ha reagito. Ieri pomeriggio era di nuovo a piede libero: ma siamo matti?».
«Ma di cosa abbiamo paura? Visto ci si diverte a dar la colpa al sindaco per ogni cosa in questo caso non posso accettare di essere preso in giro, sbeffeggiato dal silenzio e dall’ignavia di chi deve prendere decisioni. Se si occupano posti di rilevanza si deve avere l’onere della decisione la magistratura, la Asl, i servizi sociali. Io faccio la mia parte se richiesta ma i miei cittadini non devono pagare le conseguenze di questa situazione».
«Grosseto è una città tranquilla, come testimoniano i dati prefettizi sulla diminuzione dei reati giustamente sbandierata. Non si può arrivare a ritenere normali questi episodi. Nel giro di una settimana abbiamo avuto tre episodi gravi».
«Sono sindaco e sono anche padre; non so se sarei riuscito a trattenermi vedendo mia figlia minacciata in una pubblica via del centro. Non resterò inerme se mi dovesse capitare. Ma mi chiedo, se gli pianto un cazzotto in faccia e lo stendo e lo disarmo (come farei se vedessi questa scena nei confronti di qualche mio caro) la magistratura avrebbe la stessa indulgenza nei miei confronti che ha nei confronti di queste persone? Questo squilibrato conclamato e certificato? Credo di no» continua Vivarelli Colonna.
«Esiste la necessita che chi è coinvolto nei processi di accoglienza prenda consapevolezza che quando c’è da intervenire si deve intervenire con tempestività e risolutezza senza mettere la testa sotto la sabbia come uno struzzo che ha paura. Io chiedo maggior poteri al sindaco. Sono pronto a fare la mia parte».