FOLLONICA – «Non strumentalizziamo il Carnevale». A dirlo è Alberto Aloisi (In Movimento per Follonica) in una nota.
«Della cittadella credo siano tutti veramente felici – dice -, cittadini, politici di maggioranza e opposizione. E non ditelo a me che per la cittadella, in qualità di ex assessore, forse ho “lasciato le bucce” poiché arrivato alla presentazione del progetto esecutivo (che è cosa ben diversa dai soliti piani di fattibilità con i quali la “politica politicante” si sciacqua la bocca), considerato che avevo predisposto un lavoro economicamente sostenibile, mi aspettavo legittimamente la predisposizione del bando di gara per la realizzazione dell’opera».
«Fosse dipeso da me la cittadella ci sarebbe già stata da un bel pezzo. Non fu così, e nel 2016 si scelse, ripartendo da capo, la via del progetto di finanza di cui stiamo parlando oggi. Un’operazione che, dal punto di vista politico, continua a non piacermi perché altera e distorce la funzione dei Comuni che, a mio avviso, dovrebbero essere arbitri e non attori delle scelte dei privati: spostare in un’altra area i cantieri comunali, la protezione civile e il centro di raccolta rifiuti (funzioni pubbliche) per far spazio ad un supermercato (funzione privata) significa trasformare il contesto urbanistico sulla base del quale altri operatori avevano fatto investimenti».
«Nel giro di pochi metri, infatti, operano già tre supermercati che non potranno non risentire dell’arrivo della quarta catena di rivendita. Tanto più che Follonica è demograficamente in calo e il commercio di vicinato, specialmente quello del centro, è in grossa difficoltà».
«Avrei preferito uno studio approfondito su come poter rilanciare il commercio di vicinato anteponendolo ad altre scelte che come vediamo, non sono a costo zero per i cittadini: lo spostamento del centro di raccolta sarà a carico dei cittadini che dovranno sostenere, comunque, un ulteriore aumento della Tari oltre a quello che già sostenuto per i continui cambi di sistema di raccolta dei rifiuti. D’altra parte, come sappiamo, il post covid ha visto un sensibile allentamento dei vincoli di bilancio per i Comuni, ragion per cui avremmo potuto costruire la cittadella senza ricorrere a forme di partenariato pubblico privato per sua natura complesse e piene di difficoltà».
«Questa vicenda, infine, segna, con ogni probabilità, la parola fine anche alle aspirazioni di rilancio del centro commerciale 167 ovest il cui quartiere sta, via via, spopolandosi. La città non è un insieme di compartimenti stagni ma un tutt’uno che a breve vedrà tanti supermercati uno appiccicato all’altro. Parafrasando un vecchio film “Quattro supermercati e un cimitero”».