di Barbara Farnetani
GROSSETO – È il settore costruzioni quello che soffre di più della crisi nel primo semestre del 2012, con un -19,9 rispetto allo stesso periodo del 2011. Ci sono anche altri settori in forte crisi, ma visto il peso di questa sezione di mercato rispetto ad altre più marginali, è ovvio che un dato negativo trascini giù l’intera economia nel settore artigiano. È questo quanto emerge dal rapporto sulla congiuntura economica nel settore dell’artigianato. Grosseto intanto si conferma pecora nera in Toscana, con il peggior risultato e segni negativi in tutti gli indicatori: fatturato che scende del 14,9% (in Toscana siamo a +0,4), retribuzione con un meno 26,5 (Toscana -4,3) e consumi -2,5 (+13,2). «Se in Toscana si è toccato il fondo – afferma Renzo Alessandri, direttore Cna – con una crescita zero ma una caduta che si è arrestata, a Grosseto si sta scavando. Il fatto è – continua Alessandri – che stiamo vivendo una situazione straordinaria ma, a differenza degli altri Paesi europei, non sono state messe in campo misure straordinarie per combatterla»
Ad aggravare una situazione già difficile sulla nostra terra si è abbattuta anche l’alluvione. «Le aziende stanno vivendo un momento di grande incertezza, noi ne abbiamo assistite 35 nella stima dei danni, nella compilazione dei moduli: i danni aziendali ammontano a 2 milioni e mezzo di euro, a cui vanno aggiunti la casa e tutto il resto, e questo mentre la pressione fiscale continua a crescere.» Nell’ultimo triennio, a Grosseto, sono state 1.333 le imprese cessate, contro 1.255 nuove nate. In Toscana il dato non è meno grave: 33.575 quelle cessate contro 29.820 nate. I redditi sono crollati ai valori del ’93, il Pil pro capite equivale a quello del 1999, mentre la spesa delle famiglie è bloccata al 2000.
Se lo scorso anno aveva fatto intravedere una timida ripresa tanto da far supporre una battuta d’arresto della crisi, il 2012 è in assoluto l’anno più negativo, con segni meno in ogni indicatore. Oltre al settore costruzioni, soffrono in particolar modi i trasporti (-20%) la metalmeccanica (-10%) i servizi alle imprese (-36%, ma si tratta di un settore piuttosto piccolo), le riparazioni (-9%) e il legno (-9,1%). Persino l’alimentare segna un dato negativo (-1,6%). Le proposte di Cna per il rilancio e lo sviluppo dell’economia locale sono credito, investimenti e liquidità perché le difficoltà di accesso al credito sono uno dei problemi più gravi per le imprese, politiche di promozione e internazionalizzazione, politiche di innovazione, e infine taglio dei costi della politica, taglio dei costi dell’amministrazione e degli enti pubblici in generale.