di Daniele Reali
FOLLONICA – Terremoto giudiziario a Follonica. Da questa mattina il nucleo di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Grosseto ha iniziato a notificare i 61 avvisi di garanzia legati alla conclusione delle indagini della maxi inchiesta sull’ippodromo della città del Golfo.
Le informazioni di garanzia riguardano per la maggior parte amministratori di Follonica: tra questi gli ultimi tre sindaci Emilio Bonifazi, Claudio Saragosa ed Eleonora Baldi. Tra le persone alle quali è stata comunicata la chiusura delle indagini anche diversi assessori delle tre giunte follonichesi e i consiglieri di maggioranza delle due consiliature precedenti a quella in corso. I reati che vengono contestati a vario titolo ai diversi indagati sono due: abuso di ufficio e lottizzazione abusiva.
Tra gli indagati ci sarebbero anche gli ex vertici “Follonica Corse e Cavalli” e alcuni promittenti acquirenti, cioè coloro che erano interessati ad acquistare gli appartamenti realizzati come foresteria all’interno dell’impianto di Follonica.
I reati contestati riguarderebbero infatti la realizzazione e la destinazione d’uso degli alloggi di servizio alla struttura.
Per il sindaco Baldi e la giunta attualmente in carica gli avvisi di garanzia riguardano il reato di abuso di ufficio aggravato per l’approvazione della delibera numero 79 dell’8 aprile 2010. Si tratta della cosiddetta delibera “spezzatino”, oggetto più volte di critiche anche da parte del Popolo della Libertà. Con quel provvedimento il comune di Follonica prendeva atto della fine dei lavori di realizzazione del nuovo ippodromo indicando alcune prescrizioni tra cui quella della «non alienabilità» degli immobili della foresteria. I primi a ricevere la notifica sono stati l’assessore Francesca Stella e il vicesindaco Andrea Benini, indagato però non come assessore, ma come consigliere di maggioranza della passata amministrazione. Escluso dalle indagini l’assessore Antonio Cetraro, assente al momento dell’approvazione della delibera, così come Barbara Pinzuti, che però risulta indagata in veste di consigliere di maggioranza, ruolo che ha ricoperto dal 2004 al 2009.
L’inchiesta si basa anche su altri atti prodotti dall’amministrazione di Follonica nel corso degli anni a partire dalla delibera 36 del 2000. In particolare agli amministratori in carica dal 99 al 2004 viene contestato il reato di lottizzazione abusiva come prevede l’articolo 30 del Testo Unico dell’Edilizia.