GROSSETO – “L’essere sollevato da un peso, da una sofferenza fisica o morale, da una preoccupazione”. È questo il significato della parola sollievo, il principio su cui si basano le cure palliative e la medicina in generale, e al quale è dedicata la giornata del 28 maggio che ricorre ogni anno.
Anche la Asl Toscana sud est ne evidenzia l’importanza domenica prossima, appunto 28 maggio, alle 11, nell’atrio dell’ospedale Misericordia (piano terra, accanto al bar), dove è previsto un incontro di condivisione e informazione aperto a tutti. L’evento, intitolato “Lettura e musica: la voce dell’Hospice”, è organizzato dall’Unità funzionale Cure palliative, diretta dalla dottoressa Anna Paola Pecci, con la collaborazione fattiva degli studenti del corso di laurea in infermieristica di Grosseto.
L’appuntamento si aprirà con l’intervento della dottoressa Pecci “Dare voce alla persona: l’essenza delle cure palliative” e a seguire alcuni studenti leggeranno riflessioni e pensieri dei pazienti, a corredo delle parole la musica della violinista Daniela Rocchi.
«L’intento di questa giornata è far conoscere cosa rappresenta per i nostri pazienti il sollievo, inteso a 360 gradi, ovvero ciò che si può avere ed essere di più adeguato in un percorso di cure palliative, grazie alle capacità professionali e umane del medici palliativisti, degli infermieri, degli Oss – spiega Anna Paola Pecci -. Sollievo dal dolore, dalla sofferenza della persona che si affida alle cure palliative, e dei familiari o del care giver e per gli operatori. Il senso di sollievo ovviamente fa riferimento alla terapia del dolore ma anche a un sentimento di protezione, come in un guscio, all’interno di un percorso che punta a lenire i sintomi della malattia e allo stesso tempo a valorizzare l’identità e la dignità di ogni paziente».
«Sollievo inoltre di non lasciare niente di non detto: esiste un percorso di facilitazione per l’acquisizione dei desideri e delle volontà dei pazienti, depositando, anche per scritto, quelle tracce di vita per loro fondamentali che in genere emergono in questo momento particolare della loro esistenza. Anche noi operatori proviamo sollievo quando accogliamo quello che i pazienti ci danno ‘in cambio’ e quando, anni dopo la morte di un paziente, i familiari tornano a salutarci mantenendo vivo un legame che ha grande valore. Questo è accaduto con Daniela, la violinista che oggi ci allieta con la sue note, nipote di una nostra paziente. Anche la musica può essere uno strumento delle cure palliative, si parla infatti di musicoterapia».
La Giornata Nazionale del Sollievo è stata istituita nel 2001 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri allo scopo di promuovere e testimoniare attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo più giovarsi di cure destinate alla guarigione.
«L’Oms, le società scientifiche nazionali e internazionali, sostengono quanto sia fondamentale che le competenze in cure palliative siano trasversali a tutti i professionisti sanitari e non solo di chi opera in contesti specialistici – commenta la responsabile infermieristica Formazione universitaria dell’Area provinciale Grosseto Fulvia Marini -. Quanto sopra, diventa la premessa per cui la formazione di base svolge un ruolo significativo, preparando gli studenti ad accostarsi ‘in punta di piedi’ alla sofferenza vissuta dalla persona e dalla sua famiglia nelle fasi avanzate di malattia. Abbiamo accolto con profonda gratitudine l’invito all’iniziativa da parte della dottoressa Pecci, una sensibilità che va oltre le parole, ma diventa un modus operandi».