ISOLA DEL GIGLIO – Si intitola “La gestione del patrimonio naturalistico italiano degli ultimi decenni” la conferenza che si terrà a Roma il 22 maggio al centro di formazione della Fnob (Federazione nazionale degli Ordini dei biologi), nella giornata dedicata alla biodiversità. L’incontro avrà anche l’obiettivo di aprire un’approfondita riflessione su basi scientifiche sulla necessità di proteggere la popolazione dei mufloni dell’Isola del Giglio (Grosseto) ed evitarne l’abbattimento.
«Un articolo pubblicato da diversi scienziati italiani sulla rivista Diversity – dice il biologo Giuliano Russini, promotore dell’iniziativa – ha definito questa comunità di ungulati come ‘risorsa genetica inestimabile e insostituibile’. Inoltre, tale patrimonio faunistico è di importanza storica, paesaggistica e culturale nell’habitat in questione».
«La soppressione dei mufloni, introdotti qui da molti decenni, rientra nel progetto Life LetsGo Giglio, sostenuto economicamente dall’Unione europea, con l’obiettivo di migliorare la biodiversità sull’isola. Ma le voci contrarie, dalla scienza agli abitanti del luogo, sono numerose. Secondo lo studio scientifico “i mufloni del Giglio sono portatori di varianti (sia aplotipi mitocondriali, che varianti nucleari), non presenti altrove, le quali caratterizzano la popolazione locale di mufloni in termini genetici e mostrano un’integrità (purezza) genetica, priva da contaminazioni con razze domestiche, non rilevata in altre popolazioni dell’Europa continentale».
«I mufloni del Giglio – spiega Russini – presentano caratteri genetici ormai assenti nella popolazione di origine, cioè quella sarda, caratteri che dovevano essere ancora presenti al momento della costituzione dell’attuale popolazione gigliese e che si sono mantenuti nel nuovo nucleo così costituito. Per di più, i mufloni del Giglio rappresentano un frammento dell’eredità genetica presente nei progenitori neolitici, trasferiti anticamente in Sardegna dall’Anatolia. Questa autenticità, genetica e geografica, andrebbe preservata».
«Se da un lato la popolazione di mufloni sardi è protetta dalla Legge, non solo per una diminuzione numerica della popolazione, ma anche per la vulnerabilità associata alla perdita dell’originale diversità genetica, nel caso dei mufloni dell’Isola del Giglio l’abbattimento, la sterilizzazione chirurgica e la cattura ha provocato danni a questo importante bacino genetico, con la soppressione sino ad oggi, di oltre cento individui e la sterilizzazione di molti altri – spiegano dall’Ordine nazionale biologi -. Il proseguimento dell’eradicazione dei mufloni del Giglio comporterebbe la perdita della diversità genetica di questa specie».
I relatori della conferenza chiederanno di rivedere le pratiche di eradicazione, avviando un programma di recupero biologico e genetico, per garantire la sopravvivenza di questo nucleo di mufloni, che è stato originariamente costituito con finalità non venatorie, ma esclusivamente scientifico-conservazionistiche.