SCARLINO – È stato un incontro lungo e complesso quello che si è tenuto questa mattina nel palazzo della Regione Toscana a Firenze, alla presenza degli assessori Leonardo Marras e Monia Monni per discutere della situazione Venator Materials, la multinazionale della chimica che ha lo stabilimento a Scarlino, all’indomani dalla notizia dell’apertura di una procedura di insolvenza finalizzata alla ristrutturazione aziendale con lo strumento del ‘Chapter 11’, secondo le norme dell’ordinamento Usa in materia fallimentare.
All’incontro hanno preso parte Erik Werner, vicepresidente delle operazioni di produzione di Venator, i dirigenti Venator Scarlino, i sindaci delle Colline Metallifere, il presidente della provincia Francesco Limatola, i sindacati e le Rsu di Venator, Confindustria, e il direttore del settore ambiente ed energia della Regione Toscana.
L’azienda sta attraversando una profonda crisi, ma nel corso degli ultimi anni da parte delle istituzioni c’è stato il massimo impegno per trovare soluzioni in grado di consentire di proseguire l’attività di Scarlino, che rappresenta un polo importante, sia per la qualità del prodotto che per la capacità di produzione. Il vicepresidente Werner ha spiegato che l’azienda, per quanto riguarda il polo scarlinese, sta procedendo su due strade parallele: la prima riguarda l’individuazione di un’area di stoccaggio temporaneo a recupero dei gessi rossi, il materiale di scarto ottenuto nella produzione dei biossido di titanio, e la seconda riguarda una soluzione a lungo termine, per uno stoccaggio definitivo in discarica.
Il presidente della Provincia Limatola, anche a nome dei sindaci presenti, ha chiesto garanzie all’azienda e un forte impegno per scongiurare la chiusura dell’impianto e un’estrema attenzione nella presentazione di tutta la documentazione necessaria all’approvazione dei progetti. Non solo: a Venator è stato chiesto di impegnarsi a ridurre la quantità gesso prodotto e di presentare progetti concreti per il riutilizzo del materiale di scarto.
«Ora occorre portare a termine l’iter per il deposito temporaneo finalizzato al recupero, al quale stanno lavorando la Regione Toscana e il Comune di Scarlino – ha detto Limatola – dando chiarezza e certezza nei tempi. Per autorizzare il sito di stoccaggio temporaneo è però indispensabile che l’azienda indichi come questi rifiuti verranno poi recuperati. Servono atti concreti, l’azienda deve indicare come intende recuperare questi materiali di scarto che sia tramite Ferro Duo o tramite soluzioni alternative valide, per far sì che questa soluzione possa effettivamente concretizzarsi nel più breve tempo possibile».
«In parallelo – prosegue – deve presentare adeguati progetti, sia per soluzioni transitorie che per una soluzione definitiva, ponendosi in un atteggiamento propositivo e collaborativo, con la Regione e con tutto il territorio. Venator è fondamentale pera tenuta di tutto il polo industriale di Scarlino, che rappresenta è il 30 percento del Pil della provincia di Grosseto. Tutto questo ha una dimensione non solo provinciale ma anche regionale: il fermo della produzione di Venator mette in difficoltà anche l’industria del marmo di Carrara per via della marmettola, impiegata per il trattamento dei gessi rossi. Servono tempi certi per arrivare a definire i prossimi passi che l’azienda dovrà fare: chiudere per alcuni mesi significa uscire dal mercato, e questo non ce lo possiamo permettere. Il rischio è che l’azienda venga penalizzata a discapito dei lavoratori e delle lavoratrici, a cui va la nostra solidarietà e vicinanza».
Dal tavolo, come è noto, è stata ritirata l’opzione del ripristino ambientale in seguito all’approvazione della relazione presentata dalla Commissione parlamentare Ecomafie e alla relazione dell’Arpat. Oggi il materiale di scarto prodotto da Venator può essere solo conferito in discarica o trattato per altre produzioni. Ciò ha indiscutibilmente complicato uno scenario già complesso, riducendo il range delle possibilità.
«Questo ha messo ulteriormente in difficoltà una situazione già estremamente critica – dice Limatola – Di fronte a questo scenario sono necessari il massimo impegno, chiarezza e certezza dei tempi da parte di tutti gli attori in causa».