FOLLONICA – «La storia non è un qualcosa che ci passa accanto e ci lascia indenni. La storia ci passa sopra, ci picchia addosso e cambia, volenti o meno, le nostre vite» così Andrea Benini, sindaco di Follonica, parla del 25 Aprile.
«Proprio per questo motivo in questo 25 aprile così particolare ho pensato di fare un esercizio di immaginazione e di trasportare nel 2023 le parole di Piero Calamandrei, incise in una lapide “ad ignominia” dedicata ad Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, e datata 4 dicembre 1952».
«Così, per fare questo esercizio, traendo ispirazione da un potente libro del giornalista Carlo Ricchini, sostituiamo il nome di Kesselring a quello di Giorgio Almirante, il politico di estrema destra, collaborazionista dei nazisti, a cui l’Amministrazione di Grosseto intitolerà una strada, facendola incontrare con quella che sarà via Della Pacificazione».
«Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti), Kesselring fu condannato a morte. La condanna fu poi commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle sue condizioni di salute, fu scarcerato. Guarì e, tornato in patria, fu accolto come un eroe nei circoli neonazisti bavaresi» prosegue Benini.
«Kesselring dichiarò pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che – al contrario – gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli un monumento o a intitolargli qualcosa».
«Di fronte a questa terrificante affermazione, Piero Calamandrei rispose con una celebre epigrafe, oggi nota come la lapide “ad ignominia”, e collocata nell’atrio del palazzo comunale di Cuneo.
Se sostituiamo il nome di Kesselring con quello di Almirante il risultato è un messaggio attualissimo che rispecchia a pieno il pensiero di molte e molti».
“Lo avrai
camerata Almirante
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA”