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GROSSETO «A Maiano Lavacchio, in occasione della commemorazione dell’eccidio del 1944, i partiti della sinistra, i sindacati, le associazioni sociali e i singoli cittadini, superando le differenze si sono trovati tutti sotto la bandiera dell’antifascismo, volgendo le spalle al sindaco Vivarelli Colonna e intonando “Bella Ciao”, hanno inteso contestare non l’istituzione, ma l’operato di una persona, che pur ricoprendo una carica istituzionale si ispira a valori contrari allo spirito antifascista della nostra Costituzione».
Così il presidente, il direttivo e il coordinamento Donne dell’ Anpi “Sezione Elvio Palazzoli” di Grosseto in una nota.
«Con diversi e tutte valide argomentazioni, gli oratori che si sono succeduti hanno chiesto al sindaco di Grosseto di ritirare la delibera assunta dalla giunta comunale per intitolare una via cittadina al fascista Almirante e un’altra a una storicamente assurda “Pacificazione nazionale”. Nessun ripensamento, però, è venuto da parte della giunta comunale; pertanto lo sdegno e la condanna di quella scellerata decisione va manifestata, con maggiore ragione, anche durante le celebrazioni della Festa della Liberazione del 25 aprile».
«Perciò la sezione Anpi “Elvio Palazzoli” di Grosseto, unitamente al proprio coordinamento Donne, invita tutte le cittadine e i cittadini antifascisti a tenere lo stesso atteggiamento di Maiano Lavacchio, volgendo le spalle a chiunque rappresenterà dal palco l’amministrazione comunale e cantando “Bella Ciao”».
«A proposito della scelta della sindaca di Marzabotto di non volere sul palco del 25 aprile La Russa e i nostalgici ha scritto Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Anpi: “è giustissima e va sostenuta. Le istituzioni hanno il dovere di onorare e preservare la memoria del sacrificio delle antifasciste, degli antifascisti, delle partigiane, dei partigiani e di tutte le vittime del nazifascismo”. L’assurda pretesa di ricomporre 20 anni di fascismo, una guerra mondiale, le leggi razziali, le deportazioni, la soppressione dei diritti sociali, politici e sindacali, gli assassini e i soprusi con la via della “Pacificazione Nazionale” e altre due intitolate a Berlinguer e al fascista Almirante, non può essere tollerata. Non si tratta di riconciliazione, ma della legittima differenza tra oppressori e oppressi, tra carnefici e vittime. Non vi può essere pacificazione senza giustizia, come è buona norma del diritto. Avremmo in città una via intitolata al fascista fucilatore di partigiani in contrasto con quelle intitolate alle vittime del fascismo: Giacomo Matteotti, Bruno Buozzi, Don Giovanni Minzoni».
«Dobbiamo non far dimenticare mai la gravità di quel che è accaduto nel passato per contrastare quello che, come sostiene Umberto Eco, è il “fascismo eterno”, cioè il fascismo che ritorna sotto mentite spoglie, ma con gli stessi obiettivi: razzismo, nazionalismo, violenza sui deboli, protezione dei potenti, divisioni e disugualianze sociali, discriminazione, ingiustizia. Chiamiamo le cittadine e i cittadini, le organizzazioni politiche, sindacali e le associazioni antifasciste a partecipare alla manifestazione unitaria del 25 aprile e ad esprimere il proprio pacifico e radicale dissenso verso le scelte dell’amministrazione comunale. Facciamo sentire alta la nostra voce e il nostro dissenso, un modo per onorare tutti quei caduti che con il loro sacrificio hanno riscattato l’onore dell’Italia, dando vita a questa Repubblica democratica e antifascista».