GROSSETO – Una polizza da 100mila euro. Era stata stipulata da Antonio Panico, uno dei quattro ciclisti investiti e uccisi a Braccagni da un’auto in quella che è stata definita la strage di ciclisti.
L’uomo, 56 anni, era titolare di un ristorante a Marina di Grosseto, e aveva stipulato una polizza infortuni a favore dei propri eredi, anche nell’eventualità di un decesso, come purtroppo è accaduto.
«Ma nonostante il premio sia stato regolarmente pagato, e quindi la polizza sia attiva (non si tratta del risarcimento collegato all’incidente stradale, ma di una polizza infortuni), e nonostante abbiamo da tempo trasmesso all’assicuratore tutta la documentazione necessaria per chiudere la pratica – afferma Studio3A-Valore Spa, società specializzata nel risarcimento danni – la banca non risponde. L’istituto non può in alcun modo denegare il dovuto, ma non riscontra i solleciti e neppure i reclami che sono stati presentati formalmente all’apposito ufficio: i tre figli di Panico ormai da mesi non hanno ricevuto alcun indennizzo. Un atteggiamento inqualificabile tanto più nei confronti di una famiglia che ha già sofferto tanto per l’improvvisa e prematura perdita del proprio caro e che, con la sua scomparsa, si è trovata a dover fare fronte anche a tutta una serie di altre problematiche».