Il ruolo del RSPP non è sempre ben presente nella mente di chi si dovrebbe occupare di sicurezza sul lavoro in un contesto aziendale. C’è chi pensa che si tratti di un jolly aziendale, e chi invece considera il RSPP una sorta di tappabuchi. Come dire: un soggetto di fiducia che può tornare buono in tutte le occasioni. Nel 2022, però, sono intervenute alcune novità in tema di sicurezza che hanno determinato una diretta evoluzione del ruolo e delle mansioni del RSPP: una figura che si sta evolvendo senza soluzione di continuità.
Che cosa fa il RSPP
Il RSPP può essere considerato a tutti gli effetti il braccio destro del titolare dell’azienda in relazione a tutti gli aspetti che hanno a che fare con la sicurezza e la salute in azienda. Si tratta di un soggetto che dovrebbe avere un livello elevato di esperienza in tema di sicurezza, così che il datore di lavoro possa essere assistito nella gestione delle diverse attività. Lo svolgimento delle mansioni correlate al ruolo di RSPP prevede il possesso di un titolo di studio uguale o superiore al diploma di istruzione secondaria superiore, ma solo se la funzione viene assegnata a un consulente esterno o a un lavoratore interno all’azienda.
Chi ricopre il ruolo di RSPP
Volendo, il datore di lavoro può decidere di ricoprire in prima persona il ruolo di RSPP, ma solo a fronte di specifiche condizioni. In un’azienda, dunque, sono diverse le opzioni a disposizione per questo ruolo, che può essere assunto direttamente dal datore di lavoro, attribuito a un professionista esterno o assegnato a un lavoratore che viene assunto in maniera specifica per questo scopo. Non è detto che la scelta dell’una o dell’altra opzione sia sempre libera, dal momento che la legge preclude alcune possibilità. Il testo normativo di riferimento è il D. Lgs. n. 81 del 2008, che indica i casi nei quali il ruolo di RSPP può essere ricoperto dal datore di lavoro: dipende dal settore produttivo dell’azienda e dal numero di lavoratori presenti.
Quanti lavoratori sono presenti in azienda?
Scendiamo nei particolari per capirne di più: non devono essere superati i 30 lavoratori nelle aziende agricole, in quelle zootecniche, in quelle industriali e in quelle artigiane. Il limite massimo è di 20, invece, per le aziende della pesca. In tutti gli altri casi, il datore di lavoro può svolgere il ruolo di RSPP se il numero di lavoratori è inferiore a 200. Al tempo stesso, la legge indica i casi nei quali è necessario che all’interno dell’azienda venga istituito il servizio di prevenzione e protezione: il riferimento è alle centrali termoelettriche e alle industrie estrattive con più di 50 lavoratori.
La formazione
Nei casi che abbiamo citato fino a questo momento è sempre richiesto frequentare un corso di formazione, che consenta di ottenere un attestato; periodicamente, poi, è necessario anche l’aggiornamento rspp. I corsi RSPP sono previsti da uno specifico accordo Stato Regioni, a seconda che l’incarico venga assunto dal datore di lavoro o sia assegnato a un consulente esterno o a un lavoratore. Allo stato attuale comunque non è previsto un diploma di prevenzione e protezione dai rischi professionali, così come non esiste un albo professionale.
Chi nomina il RSPP
È il datore di lavoro che ha il compito di indicare la figura del RSPP. Si deve trattare, come si è già accennato, di un soggetto di fiducia, e pertanto è comprensibile che tocchi al datore di lavoro sceglierlo. D’altro canto, il datore di lavoro sarà chiamato ad assumersi anche le responsabilità correlate a eventuali situazioni negative. Oggi il RSPP non è altro che un manager esperto in sicurezza sul lavoro, chiamato fra l’altro a prendere parte alle consultazioni riguardanti la tutela della sicurezza e della salute sul lavoro. Questa figura deve identificare i programmi di protezione e prevenzione per i lavoratori e redigere le procedure di sicurezza per le diverse attività aziendali, indicando i programmi di formazione e di informazione destinati ai lavoratori. Il RSPP, inoltre, deve identificare i vari fattori di rischio che si riscontrano negli ambienti di lavoro, e che possono essere correlati a specifiche misure tecniche, alle modalità di organizzazione o agli ambienti.