GROSSETO – «La grande mobilitazione spontanea unita nell’appello che verrà consegnato in prefettura ha evidenziato, ancora una volta, l’assurdità di dedicare uno spazio pubblico al gerarca fascista» afferma l’Anpi provinciale. «A Grosseto sono centinaia le sottoscrizioni in appena due giorni» la raccolta prosegue nelle 13 sezioni Anpi.
L’Anpi si rivolge poi direttamente al prefetto di Grosseto: «Nella giornata dedicata all’Unità nazionale ed alla Costituzione repubblicana siamo a chiederle di non accordare l’approvazione, ritenendo altresì che la proposta sia stata approvata senza una sufficiente riflessione. A supporto di tale richiesta provvediamo a riportare di seguito alcune, certamente parziali e non esaustive, considerazioni: il Comune, come sottolineato anche dal Tar della Toscana (sentenza 26 novembre 2020 n. 1522), sul tema della toponomastica è tenuto a coinvolgere più autorità, quali Prefettura, Ministeri dei Beni e delle attività culturali, Soprintendenza».
«L’intitolazione di spazi pubblici avviene di norma come testimonianza dello sviluppo materiale e civile, legati a fatti, personaggi ed avvenimenti sociali, culturali e politici della storia cittadina, nazionale o internazionale. Nel caso di Giorgio Almirante la caratteristica sopra descritta palesemente non ricorre».
«Dati storici consolidati ne indicano infatti, tanto prima che dopo la Liberazione, un coinvolgimento in prima persona nella promozione o nell’appoggio della violenza squadrista. Prima della Liberazione, sostenne apertamente tesi razziste e antisemite sul periodico “La difesa della razza”. Firmò inoltre personalmente, nel 1944 e quale dirigente della Repubblica Sociale, regime fantoccio al servizio degli occupanti tedeschi, un duro provvedimento collaborazionista con i nazisti, attraverso il quale gli “sbandati” venivano espressamente minacciati di morte. Dopo la Liberazione non condannò mai il fascismo. Fece persino pervenire aiuti all’estero al terrorista Carlo Cicuttini, autore della strage di Peteano, nella quale tre Carabinieri rimasero uccisi» prosegue l’Anpi.
«E’ dunque acclarato che l’adesione al Fascismo non fu, per Giorgio Almirante, un mero errore giovanile dovuto all’inesperienza ed alla propaganda del regime, ma un chiaro e duraturo orientamento politico, perseguire il quale non esitò a coinvolgersi direttamente in iniziative di stampo razzista o comunque gravemente illegali;
In questo quadro, sarebbe fuorviante parlare di “pacificazione”. Non può esservi pacificazione senza rammentare di onorare la memoria di tutte le vittime della dittatura fascista. Un attento esame della motivazione della Delibera di Giunta pubblicata il 14 marzo 2023 potrebbe offrire conferma alle perplessità rappresentate in questa lettera, contribuendo a costituisce un ulteriore motivo idoneo a giustificare il rigetto della proposta frettolosamente accolta dalla Giunta comunale. Non va infine dimenticata la sofferenza che una decisione di questa natura comporterebbe per la comunità della nostra città, peraltro capoluogo di una Provincia gravemente segnata da lutti e persecuzioni: una comunità, quella maremmana, che ancora comprende testimoni diretti dell’Olocausto e delle leggi razziali».
«Il Comitato Provinciale “Norma Parenti” dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia inoltre, in stretto raccordo con tutte le forze civiche, associative, politiche e sindacali aderenti alla “Grande Alleanza democratica ed antifascista per la persona, il lavoro e la socialità”, in occasione di tutti gli eventi aventi carattere pubblico che vedranno la partecipazione dei rappresentanti istituzionali del Comune di Grosseto valuterà forme di protesta, rispettose del contesto ma al contempo dal forte valore simbolico, per sottolineare il profondo disagio a cui è sottoposta la comunità delle cittadine e dei cittadini della provincia di Grosseto».