GROSSETO – «Sono stata operata a un tumore il 24 novembre 2022 e ho ricevuto l’esito dell’esame istologico soltanto lo scorso giovedì, 2 febbraio 2023. Dopo oltre due mesi».
È questa la denuncia di una nostra lettrice, in cura all’ospedale della Misericordia per un tumore all’utero, una diagnosi che l’ha costretta a sottoporsi a un intervento chirurgico. La sua, così potrebbe sembrare, è una storia clinica come tante, se non fosse per un dettaglio: l’esame istologico, cioè la classificazione precisa del tumore di cui è affetta la donna, è arrivato soltanto dopo molte sollecitazioni da parte della paziente.
«Dopo l’intervento – spiega la donna – mi è stato detto che l’esame istologico sarebbe arrivato al massimo entro 40 giorni. Devo dire che non mi sono preoccupata più di tanto, i medici che mi seguono hanno la mia totale fiducia, ma l’esame non arrivava mai. Dopo una lunga trafila, tra telefonate e mail, l’esito è arrivato, ma nel frattempo erano passati quasi due mesi e mezzo».
«Ho parlato anche con il direttore del reparto di Anatomia patologia – prosegue -, dove il mio reperto era depositato in attesa di essere esaminato, il quale si è scusato per l’attesa, dicendomi che la causa della lunga attesa sarebbe la mancanza del personale esaminatore».
L’esame istologico nel trattamento oncologico è molto importante in quanto serve per stabilire una diagnosi precisa della patologia e di conseguenza individuare la terapia. «Il problema è stato proprio questo – spiega la donna – perché il Centro screening che mi segue non ha potuto fissarmi un appuntamento per il controllo post-operatorio proprio perché è vincolato all’esito dell’istologico. Nel mio caso – conclude – l’esito è stato fortunatamente favorevole, nel senso che non c’erano metastasi, e il ritardo non ha provocato conseguenze, ma ad un altro paziente avrebbe potuto cambiare la vita».