CAPALBIO – Sembra essersi risolta positivamente la vicenda che vede protagonista un cittadino che nei mesi scorsi era stato multato mentre si trovava al mare nel comune di Capalbio.
L’uomo aveva scritto alla nostra redazione dopo aver inviato una mail anche al sindaco, Gianfranco Chelini. Riportiamo la lettera del lettore e la risposta del sindaco.
«Il 18 settembre è una magnifica giornata. Estiva. Decidiamo, in famiglia, di trascorrerla al mare. C’è un bel posto rinomato, però è un po’ lontano. Ma via, cosa importa. Così, raggiungiamo il litorale di Capalbio – afferma Luigi Rotella -. Il mare è bello, il lido accogliente…ed è subito l’ora del rientro. Con sorpresina. Sul cruscotto dell’auto parcheggiata a ridosso della pineta, penultima nella lunga fila, trovo come del resto tutti gli altri lo scontrino rosa della multa: divieto di sosta. Di solito sto attento ai segnali. Controllo, non vedo alcun cartello di divieto».
«Nel frattempo arrivano una ragazza e un ragazzo, la loro mercedes bianca è parcheggiata dietro la mia auto. Riguardiamo insieme, nulla. Si saranno sbagliati? Boh! Conveniamo sull’opportunità di contestare. Il ricorso al Prefetto? Ma no, tanto si sa come va a finire. Meglio il giudice di pace, e facciamo delle foto. Intanto si è creato un capannello, e i commenti si susseguono. Un giovane fa notare che il segnale di divieto è stato divelto e buttato nella pineta, eccolo lì; un signore osserva che date le circostanze è meglio pagare».
«Un altro aggiunge: anche se hai ragione ti costringono a pagare, tanto se vai dal giudice di pace tra spese di bollo, viaggi, eccetera, costa di più. Tutto sommato, penso, hanno ragione loro. Si sta facendo tardi, un saluto. Torniamo a casa, con l’amaro in bocca. Ma questa è solo la premessa. Il giorno dopo, il 19 settembre, riprendo in mano il pizzino rosa e seguo pedissequamente le indicazioni riportate. Accedo al sito del comune di Capalbio/multeonline, visualizzo tutti i dati relativi al verbale e pago l’importo con lo sconto: € 29,40, senza spese quando si paga entro cinque giorni; stampo la ricevuta e chiudo. Tra me e me: ma che servizio efficiente, il comune di Capalbio. Certo la multa è dubbia ma via, è meglio averla finita così. Finita così? Magari» prosegue il lettore.
«Circa due mesi dopo, ricevo una busta verde raccomandata, di quelle che contengono atti di notifica, con l’intimazione di pagare l’identico verbale del 18 settembre ma con altro importo: € 47,90 entro cinque giorni dalla notifica oppure € 60,50 entro sessanta giorni. Altro che efficienza, è un incubo. Perché? Entro nel sito del comune, riapro il fascicolo relativo e trovo una illustrazione completamente differente, che riepilogo così: Importo scontato € 29,40; importo spese € 18,50; già pagato € 29,40; da pagare € 18,50. Che fare? Qual è l’importo da pagare, quello riportato nell’atto formale ricevuto o quello indicato sul sito? Ma poi, perché mai dovrei ripagare una multa già pagata o corrispondere le spese di una notifica mai effettuata poiché la multa è
stata transatta nei tempi indicati? Decido così di rivolgermi a Lei, e il 30 novembre le invio una PEC per chiederle di sanare la vicenda in autotutela. Ma è stato inutile. Fino ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta».
«Ecco la ragione della presente lettera aperta, per chiederle: Quale necessità ha la pubblica amministrazione, in questo caso il suo Comune, di mostrarsi con la faccia furba, cattiva e leguleia a un cittadino rispettoso delle regole? Perché far apparire il Comune, un tempo considerato vicino ai cittadini, come espressione del potere pubblico prepotente, senza limiti e privo di ragionevolezza, perciò “nemico” del cittadino? Ha mai pensato di potersi trovare Lei – beninteso in altro comune – in una situazione simile? In tal caso come si sarebbe comportato? Certo, dirà, c’è la possibilità di ricorrere al Prefetto o al Giudice di Pace come peraltro previsto. Ma proprio questo è il punto che intendo sollevare e che le sottopongo; Perché un vostro sbaglio deve ricadere sul cittadino, costringendolo ad avviare un processo amministrativo con scartoffie, costi, tensioni e inutili perdite di tempo? Perché non riconoscere il palese
errore (come si desume dalla sintetica esposizione dei fatti) risolvendolo in autotutela? Salvo non si voglia insistere sulla irragionevole pretesa di far pagare una multa già pagata o le spese non dovute; in tal caso la stessa assurda richiesta finirebbe per alimentare una lite temeraria in sede legale con aggravio di costi per la pubblica amministrazione in generale e, in particolare, per il suo comune».
«A seguito di una attenta lettura, rispetto alla vicenda in esame, vorrei condividere con lei alcune brevi considerazioni che spero riescano a fare chiarezza e che possano in qualche modo aiutarLa a risolvere l’impasse in cui sfortunatamente si è trovato» afferma il sindaco di Capalbio Gianfranco Chelini rivolgendosi direttamente al lettore.
«Intanto porgo le mie scuse per non aver saputo che in data 30 novembre 2022 esisteva una Pec inviata alla mia attenzione e della quale non ho avuto notizia. Per ovvie ragioni, non posso prendermi carico di situazioni che, in prima battuta, dovrebbero essere gestite dai rispettivi servizi che in questo specifico caso coinvolgono la Polizia locale».
«Detto ciò, proprio per il motivo anzidetto, se lei avesse avvisato direttamente il servizio di Polizia locale probabilmente ora non staremmo nemmeno a corrisponderci alcuna lamentela o considerazioni dei fatti accorsi. Ciò nonostante, colgo l’occasione per avere, una volta in più, un confronto diretto con i cittadini residenti e non del Comune di Capalbio, poiché il dialogo e il confronto sono alla base di una buona amministrazione» prosegue Chelini.
«A tal proposito, per meglio concludere la vicenda, Le comunico di aver già avvisato la Polizia locale che ha ricostruito i fatti, constatando che le Sue ragioni hanno avuto piena accoglienza e che quindi seguirà l’annullamento in autotutela. Certo che la prossima stagione estiva vorrà essere nuovamente ospite nel nostro territorio, l’occasione mi è gradita per salutarLa cordialmente».