GROSSETO – Non si placano le polemiche sul “caso asterisco” e in questi giorni si stanno moltiplicando le iniziative spontanee di sostengo da una parte e di protesta dall’altra per le scelte della Fondazione Grosseto Cultura.
Infatti, il dibattito anziché calmarsi si fa sempre più acceso e politico ed è chiaro che la Fondazione, nonostante la pur legittima decisione di voler cambiare i concessionari dei servizi museali dopo la loro naturale scadenza, ha aperto un fronte di difficile gestione.
In questa specie di “ring” chi sferra i colpi non usa certo guanti di velluto. Da un lato è evidente che da questa sfida la “Cultura”, protagonista suo malgrado, non potrà uscire vincente. Lo dimostra ad esempio il fatto che alcune persone stanno restituendo la tessera soci alla Fondazione Grosseto Cultura. A tale scopo nella giornata di ieri, 3 gennaio, è nata anche una pagina Facebook dal titolo “Restituiamo le tessere a Fondazione Grosseto Cultura” che conta già un centinaio di iscritti.
Il o gli anonim* amministrator* scrivono: «Visti i gravi fatti degli ultimi giorni si invitano i soci di Fondazione Grosseto Cultura a restituire le tessere alla Fondazione. Il Cda ha deciso di liquidare le cooperative per un motivo economico: tagliando il costo dei lavoratori potrà fare cassa. Addirittura imponendo condizioni economiche inferiori rispetto agli standard minimi previsti per gli appalti pubblici. Si parla di sfruttamento di lavoro precario. Oltre alla ingiustizia sociale, perpetrata da un ente pubblico, c’è anche l’aspetto del danno alla gestione della cosa pubblica se si rinuncia alla professionalità e all’esperienza maturata dalle cooperative escluse dal nuovo incarico. Il nuovo soggetto al quale la Fondazione Cultura risulterebbe aver affidato la gestione del Museo di storia naturale non vanta alcuna esperienza in ambito museale, trattandosi a quanto pare di una società che si occupa di altri settori».