ALLEN GINSBERG
“AMERICA” da “JUKEBOX ALL’IDROGENO”
MONDADORI, MILANO, (1956), 1969, pp. 156-163
Mentre continua la guerra in Ucraina e nei vari talkshow si continua blaterare stupidamente delle armi nucleari “tattiche” come se fossero poco più di “una bombetta al tritolo” (il loro uso è stato calcolato che comporterebbe 55.000 morti soltanto in Italia), mi ruzzola per la testa questo verso: “GO FACK YOURSELF WITH YOUR ATOM BOMB”, che nella traduzione di Fernanda Pivano suona “Va a farti fottere dalla tua bomba atomica”. Il verso è preso da un autore su cui a sedici anni mi sono fatto la mia prima cultura politica. E per me le due parole (“cultura” e “politica”) sono risultate inseparabili per sempre come succede di solito per le esperienze formative della gioventù.
Pubblico qui di seguito solo la prima strofa, perché il testo intero è troppo lungo per questa rubrica, ma si può trovare facilmente su internet al link https://www.poesiedautore.it/allen-ginsberg . L’autore è famosissimo per quelli della mia età e fa parte della cosiddetta “beat generation”, dove “beat” è preso nel suo doppio significato etimologico di generazione del “battito” in riferimento alla musica e di generazione “battuta”. Il primo verso si riferisce proprio a questo, ad un generazione che è stata delusa molto presto dal “mito americano”. Se si leggono “le note di Port Huron”, primo manifesto del movimento studentesco americano, si trovano contenuti analoghi. “America” del resto fu scritta proprio a Berkley, che fu la culla di quel movimento. Ginsberg era nato a Newark (New Jersey) da una famiglia di religione ebraica, la cui madre era un attivista comunista.
Infatti la versione di “America” pubblicata in “Jukebox all’idrogeno”, riporta in prosa proprio l’esperienza della sua partecipazione “alle riunioni di una Cellula Comunista”, a cui la madre lo portava insieme al fratello. Siamo nell’epoca dell’maccartismo e Ginsberg si porta tutti gli stigma possibili: era ebreo, comunista e persino omosessuale dichiarato. Di questa posizione si trovano tracce in tutto il testo di “America”, che lascio alla curiosità del lettore.
La lettura, che fece del suo celebre “Urlo” (lettura della cui registrazione si trova traccia in rete) a San Francisco nel 1956, poi pubblicato in “Jukebox all’idrogeno”, destò un grande scandalo e lo proiettò sulla scena della poesia d’avanguardia statunitense. Finì in tribunale per il contenuto trasgressivo e il processo fece epoca, diventando un caso legale da manuale prima con la condanna e poi con l’assoluzione . La fama guadagnata in questo modo oscurò il valore culturale di Ginsberg, di “umanista raffinato, poeta nato, intellettuale nella pelle, nel midollo, nel cervello [… con] idee precise sull’intento tecnico della sua poesia” per dirla con la sua più grande interprete italiana, Fernanda Pivano. In effetti come si può vedere dalla lettura di “America” egli ha rivoluzionato la prosodia della poesia americana, che richiama la lezione di Walt Whitman. I versi sono “lunghi” e ritmati secondo uno stile che risente del jazz con moltissime iterazioni. Nelle letture pubbliche Ginsberg spesso “cantava” le sue composizioni poetiche accompagnandosi con un harmonium e si lasciava andare all’improvvisazione spontanea. La modalità compositiva fu molto influenzata dal modernismo. Anche nel testo, che propongo qui, la modalità è quella associativa del “flusso di coscienza” (v. Joyce, Woolf), che risente della psicoanalisi, la cui esperienza viene anche citata (“Lo psicoanalista dice che sono perfettamente a posto”). Siamo di fronte ad uno stile molto innovativo e sperimentale. Il contenuto è pieno del sarcasmo contro il mito americano. In particolare segnalo un passaggio molto attuale, che si ripropone tale e quale nella contrapposizione America- Russia: “America tu in realtà non vuoi fare la guerra./ America sono quei Russi cattivi./ Quei Russi quei Russi e quei cinesi.”. Non sono gli americani a volere la guerra, sono i loro avversari e chiunque – come Ginsberg all’epoca – ponga un dubbio sulla bontà di questo schema è accusato di collusione con il nemico. Ciò dimostra come lo schema culturale e politico di riferimento è ancora quello degli anni Cinquanta, la Guerra Fredda, al di là del tramonto dei regimi di socialismo reale, anche se oggi l’equilibrio è molto più complesso e instabile dato che non abbiamo due sole superpotenze, ma molti competitor sul mercato globale. In tale senso il rischio nucleare va molto al di là dell’”equilibrio del terrore”, che ha salvato il pianeta negli anni difficili di Ginsberg. Tale schema oggi può portarci ad un errore fatale.
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America ti ho dato tutto e ora non sono nulla.
America due dollari e ventisette centesimi 17 gennaio 1956.
Non posso sopportare la mia mente.
America quando finiremo la guerra umana?
Va’ a farti fottere dalla tua bomba atomica.
Non sto bene non mi seccare.
Non scriverò la poesia finché non avrò la mente a posto.
America quando sarai angelica?
Quando ti toglierai i vestiti?
Quando ti guarderai attraverso la tomba?
Quando sarai degna del tuo milione di Trotzkisti?
America perché le tue biblioteche sono piene di lacrime?
America quando manderai le tue uova in India?
Sono stufo delle tue folli pretese.
Quando potrò andare al supermarket a comprare ciò che mi occorre con la mia bella faccia?
America dopotutto siamo tu e io ad essere perfetti non il mondo vicino.
Il tuo macchinario e’ troppo per me.
Mi hai fatto voler diventare un santo.
Dev’esserci qualche altro modo di risolvere questo argomento.
Burroughs è a Tangeri non credo che tornerà è una cosa sinistra.
Sei tu a essere sinistra o si tratta di qualche scherzo pratico?
Sto cercando di venire al punto.
Mi rifiuto di rinunciare alla mia ossessione.
America smetti di spingermi so quello che sto facendo.
America i fiori dei prugni stanno cadendo.
Non leggo da mesi i giornali, ogni giorno qualcuno va sotto processo per assassinio.
America mi sento sentimentale a pensare ai Wobblies.
America ero comunista da ragazzo non mi dispiace.
Fumo marijuana ogni volta che posso.
Resto in casa intere giornate a guardare le rose nell’armadio.
Quando vado a Chinatown mi ubriaco e non mi faccio mai scopare.
Mi sono deciso ci saranno guai.
Dovevi vedermi quando leggevo Marx.
Lo psicanalista dice che sono perfettamente a posto.
Non dirò le preghiere del signore.
Ho visioni mistiche e vibrazioni cosmiche.
America non ti ho ancora detto che cosa hai fatto allo zio Max quando è arrivato dalla Russia.