CASTIGLIONE DELAA PESCAIA – I pensieri si affollano e quasi si rincorrono, tumultuosi, dispettosi, insolenti.
D’un tratto mi vedo dove sono e dove ero qualche tempo fa. Il rumore di sottofondo che oggi è la televisione accesa erano i passi svelti di mamma che rassettava il tinello dopo aver tolto i resti degli ultimi avanzi consumati per la cena.
Tante sedie intorno al tavolo di formica e mamma che riponeva “i bicchieri buoni” nella cristalliera di sala. Dentro un senso di mestizia senza che ve ne fosse una ragione precisa ed ora come allora il rilassamento dopo le grandi abbuffate di cibo.
La voglia che quello che è stato possa come per magia accadere di nuovo pur comprendendone l’impossibilità.
“Stasera a letto presto perché da domattina ti metti a studiare che di qui alla befana è un attimo… se continui a bighellonare al rientro a scuola ti sarai dimenticato anche…” questo mi diceva mamma la sera del primo dell’anno, facendomi capire che per me le feste erano già finite.
Pensandoci ora ne capisco il significato.
L’indomani sarei comunque andato a giocare giù in strada dove altri ragazzetti sciamavano armati di pistole con i fulminanti intenti a quel gioco di guardie e ladri senza fine e che si ripeteva sempre uguale e tuttavia diverso.
“Ti ho visto e ti ho colpito” dicevo ad alta voce rivolgendomi a chi si era nascosto dietro la 600 multipla nascondendo il corpo ma non i piedi. “No, non puoi avermi visto!” Scandiva perentorio chi non voleva perdere ed uscire dal gioco.
Le ragazzine intanto giocavano a campana con i loro calzettoni nuovi e le scarpette della festa.
Poi la televisione mi riporta alla realtà con le sue crude tragicità fatte di botti malauguratamente raccolti ed esplosi in mano di persone che non avrebbero più potuto godere della loro integrità fisica. Siamo di nuovo nel mondo reale.