SEGGIANO – «Il Comune di Seggiano da oltre un anno ormai si è completamente disinteressato della Fondazione Le Radici di Seggiano, costituita per le finalità di promozione del territorio e di cui è socio fondatore nonchè azionista unico».
Così i consiglieri di minoranza Gilberto Alviani per il gruppo “Lega” e Mario Simi per il gruppo “Seggiano per l’ Amiata” in una nota.
«A luglio 2021 – spiegano – è terminato il mandato triennale degli attuali membri del consiglio di amministrazione e non ottemperando alla previsione statutaria in materia di nomine ha creato un vulnus dell’organo decisionale per l’espletamento delle funzioni. I gruppi di minoranza consiliare hanno più volte sollevato in consiglio comunale la problematica ma ad oggi si segnala un silenzio assoluto di difficile giustificazione e interpretazione».
«Con la delibera di Consiglio n. 38 del 30 luglio 2020 il Comune ha, con volontà unilaterale (senza preavviso e ad insaputa della Fondazione), introdotto rilevanti modifiche allo statuto della stessa; i beni museali infatti conferiti fin dal 2010 per lo svolgimento dell’ attività di promozione turistica sono stati tolti dallo stato patrimoniale al fine di introdurre il canone di locazione annuale per la gestione degli stessi, creando ulteriori difficoltà finanziarie in un periodo contrassegnato da entrate esigue causa la chiusura prolungata per restrizioni anti-covid; con la stessa delibera anche il contributo ordinario annuale è in funzione della disponibilità delle risorse finanziarie dell’ente».
«Le decisioni assunte dal socio fondatore – aggiungono Alviani e Simi – vanno tutte nella direzione di non consentire alla Fondazione uno svolgimento regolare delle proprie funzioni; l’ultimo contributo ordinario erogato nel 2021 ha dovuto coprire altre voci di spesa, diverse da quelle correnti proprie dell’ente, impedendo di fatto di redigere un bilancio di previsione in assenza di entrate certe, di attuare una programmazione annuale senza le dovute coperture, pagare per mesi il personale dipendente e gli altri costi fissi di gestione».
«Come minoranza chiediamo se il Comune non abbia per caso una malcelata volontà politica di portare alla chiusura la Fondazione lentamente e gettare alle ortiche l’attività di oltre dieci anni, facendo parlare gli “atti” anziché prendere una posizione e assumersi le proprie responsabilità».