SCARLINO – “Stamattina – dice l’onorevole di Fratelli d’Italia, Fabrizio Rossi – ho incontrato Roberto Bocci, Maurizio Russo, Andrea Comin, Daniele Barometri, Riccardo Tosi e Emanuele Cascioli, in rappresentanza di tutte le Rsu della Venator di Scarlino, per ascoltare le ultime problematiche relative alla Venator, che con una lettera del 21 settembre scorso ha di fatto dato il via alla procedura di esubero di 41 lavoratori, scavalcando tutto e tutti, senza nemmeno provare a dialogare con le forze sindacali”.
“Innanzitutto, – prosegue l’onorevole Fabrizio Rossi – esprimo la mia personale vicinanza e solidarietà, oltre a quella del mio partito, nei confronti dei lavoratori della Venator colpiti dall’iniquo provvedimento”.
“La situazione della Venator – spiega – è legata non solo all’annosa problematica dello smaltimento e collocazione del gessi rossi, che da tempo viene rimbalzata in una sorta di ping-pong tra la Regione Toscana e l’Azienda, ma anche alle strategie commerciali di Venator, che attualmente non sono ben note e chiare”.
“Occorre – commenta Rossi – bloccare subito la procedura di licenziamento messa in atto dall’Azienda e aprire subito un tavolo di concertazione tra azienda, lavoratori, Rsu, sindaci del comprensorio e Regione Toscana per trovare una soluzione immediata, per arginare la situazione e soprattutto i posti di lavoro. In prospettiva poi, dovrà essere messa mano a programmazioni che guardino progetti di medio-lungo termine, come ad esempio la cava della Vallina”.
“La presa di posizione dell’azienda – tuona – sa tanto di ricatto occupazionale. Le soluzioni immediate possono essere trovate subito: dall’avvio degli ammortizzatori sociali, come il ricorso alla cassa integrazione, a quella del progetto di riattivazione della “discarica interna” (Capping) alla Venator, che permetterebbe l’immediato stoccaggio del materiale di scarto della lavorazione del biossido di titanio, sopra quello già esistente, con l’impegno da parte di Venator di “rinverdire” il sito con alberi, ecc., oppure non ultimo, il progetto denominato “Nuova Solmine”, per mettere il gesso rosso a discarica, nel territorio di quest’ultima società”.
“Quindi, le soluzioni per l’immediato ci sono tutte. Adesso occorre la volontà sia politica della Regione Toscana, che aziendale per attuarle”.