GROSSETO – “Dai social media locali apprendiamo che oggi, 10 settembre, intorno alle ore 8.00 al cambio turno, un paziente del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Misericordia di Grosseto, ricoverato dalla sera precedente, ha iniziato a dare in escandescenze, afferrando un porta aghi, scagliandolo verso i medici e colpendone uno alla testa. Fortunatamente la ferita (da quello che si legge) non sembra grave, ma sarebbe potuto andare molto peggio se l’oggetto avesse preso una parte più delicata del volto”, così, in una nota, la Uil Fpl.
“Diremmo che questo episodio rappresenta “l’infinitesimo” accadimento del genere – prosegue -, dato che oramai si è perso il conto degli episodi di aggressione che si sono verificati nell’Ospedale Misericordia di Grosseto, al Pronto Soccorso e non solo ad operatori socio sanitari, infermieri e medici”.
“Come organizzazione sindacale abbiamo, nella stagione che volge al termine, esposto pubblicamente i molti episodi di aggressione al personale sanitario che sono accaduti, confidando che questi, con gli opportuni correttivi, anche organizzativi e di “security”, terminassero.
Purtroppo, ogni volta si ricomincia daccapo, con le (più o meno) solite dinamiche, dato che trattasi per lo più di accadimenti che interessano pazienti problematici, intemperanti e disadattati, in molti casi già noti alle forze dell’ordine, ai quali non si riesce a dare argine o contegno, se non a rischio della propria incolumità”.
“Sinceramente, rimaniamo attoniti e disorientati dal verificarsi “seriale” di questi episodi, ai quali non riusciamo e non vogliamo abituarci.
Ormai è conclamato il rischio che, qualche volta, potrebbe “scapparci il morto”. Sicuramente qualcosa è stato fatto per scongiurare simili episodi, ma, visto il (purtroppo) continuo verificarsi degli stessi, vuol dire che bisogna fare di più, molto di più – concludono dalla Uil -. La salute e la tutela degli operatori sanitari (medici, infermieri, oss) sono aspetti da preservare primariamente, dato che da questi promana la buona cura per la salute dei pazienti”.